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Le aureole "d'oltralpe" del Concistoro di oggi

Venezuela, Papa Nuova Guinea, e un arcivescovo armeno. Storie di santità che rappresentano l'universalità della Chiesa

Il concistoro che si è tenuto stamane | Il concistoro che si è tenuto stamane | Credit Vatican Media Il concistoro che si è tenuto stamane | Il concistoro che si è tenuto stamane | Credit Vatican Media

Date e biografie s'intrecciano nel Concistoro di oggi di papa Leone XIV. E le figure di santità, oltre a quelle più conosciute come quelle di Frassati, Longo e il tanto atteso Acutis, tutte quante rappresentano i molteplici volti della Chiesa universale. Abbiamo Ignazio Choukrallah Maloyan, ad esempio, arcivescovo armeno cattolico di Mardin; oppure Peter To Ro, catechista laico della Papua Nuova Guinea; e ancora Maria del Monte Carmelo Rendiles Martínez, del Venezuela. In ultimo, forse il più conosciuto tra le aureole non italiane, il medico santo José Gregorio Hernández Cisneros (anche lui venezuelano). Le loro biografie rappresentano, davvero, un variopinto quadro di santità. 

 

Ignazio Choukrallah Maloyan, nato a Mardin, nell’attuale Turchia, nel 1869, ordinato sacerdote nel 1896. Divenuto e arcivescovo armeno cattolico di Mardin nel 1911. Il martirio dell’arcivescovo si colloca nella triste vicenda del genocidio armeno. E’ in questo periodo che viene arrestato insieme al suo clero e, di fronte alla richiesta di abiura, conferma pubblicamente la sua fede. Verrà ucciso l’11 giugno 1915. 

 

Poi, abbiamo il giovane Peter To Rot, catechista papuano, nato a Rakunai nel 1912. Fin da giovane si dedicò con generosità all’annuncio del Vangelo e al servizio della sua comunità. Questa volta, a far da sfondo storico alla sua vicenda è l’occupazione giapponese nella Seconda guerra mondiale. Si opporrà con tutte le sue forze oppose alla poligamia: il servizio alla Chiesa come catechista lo contraddistingue.  Muore martire nel 1945. 

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Una figura fenminile, poi, tra le aureole non italiane: Maria del Monte Carmelo Rendiles Martínez, nata a Caracas nel 1903. Accetta con la fede la sua disabilità fisica. Priva del braccio sinistro, continua a prestare il suo servio - nella congregazione delle Serve di Gesù da lei fondata - ai poveri e ai bisognosi. Morì il 9 maggio 1977, lasciando un segno indelebile nella Chiesa del Venezuela.

 

In ultimo, quello che è considerato il “san Giuseppe Moscati” venezuelano: José Gregorio Hernández Cisneros (1864). Medico fra i poveri, fra le difficoltà del popolo venezuelano che incoraggia ad avere fede in Dio. Una sapienza straordinaria: scienziato e docente universitario. Morì nel 1919 in un incidente stradale mentre si recava da un malato.

 

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