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Papa Leone XIV in cammino per le strade con il Santissimo Sacramento

La processione per la solennità del Corpus Domini da piazza San Giovanni in Laterano alla basilica di Santa Maria Maggiore. Infine, la Benedizione col Santissimo Sacramento

Un momento della processione | Un momento della processione | Credit Daniel Ibanez/ EWTN Aci Group Un momento della processione | Un momento della processione | Credit Daniel Ibanez/ EWTN Aci Group

“Il Concilio Vaticano II insegna che «col sacramento del pane eucaristico viene rappresentata ed effettuata l’unità dei fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo. Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo: da Lui veniamo, per mezzo suo viviamo, a Lui siamo diretti». La processione, che tra poco inizieremo, è segno di tale cammino” così aveva detto papa Leone XIV - poco prima dell’inizio della processione del Santissimo Sacramento - nella sua omelia della Celebrazione sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano. Un popolo in cammino dietro all’Eucaristia, dietro a Cristo. E aveva esortato, a fine omelia, di portare “Gesù al cuore di tutti, perché Gesù tutti coinvolge nell'opera della salvezza”. 

 

E Gesù è stato portato per le strade, da papa Leone XIV, percorrendo a piedi via Merulana, la strada che collega la basilica lateranense con quella di Santa Maria Maggiore. Incenso, candele e tanta emozione da parte di tutti i presenti. Primo fra tutti, con gli occhi lucidi, fissi, all’ostensorio, lo stesso pontefice che cammina con il Santissimo Sacramento, circondato da due ali di folla (disposta dietro le transenne) lungo tutto il tragitto: la via Merulana che sfocia nella piazza di Santa Maria Maggiore. Cammina papa Leone XIV - con dietro a lui il popolo di Dio - portando fra le due mani, ben strette, il Santissimo Sacramento, sormontato dal baldacchino processionale finemente ricamato: il color bianco del tessuto si confonde e si fonde con i fili preziosi d’oro. E’ tutta la regalità di Cristo che viene celebrata. 

 

Una processione solenne, suggestiva, intervallata da canti e preghiere. “Pànge, lingua, gloriosi/ Corporis mystèrium/ Sanguinisque pretiòsi,/ quem in mundi pretium/ fructus ventris generosi/ Rex effudit Gentium” canta “la schola”: è l'inno eucaristico per eccellenza della Chiesa ad aprire la processione. L’inno i cui versi sono stati composti da san Tommaso d’Aquino sotto incarico di papa Urbano IV, dopo aver istituito la solennità del Corpus Domini ad Orvieto nel 1264. 

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Inni e preghiere si alternano in questa processione del Corpus Domini, la prima di papa Leone XIV. Una processione assai attesa, da tanto tempo, dal popolo di Dio. Tra inni, preghiere, canti: tutto sembra un’amorniosa sinfonia che canta lode a Dio, a Cristo. Affascinante, grazie anche al supporto delle potenti voci del coro della diocesi di Roma, guidato da monsignor Marco Frisina. Voci che hanno animato prima la Celebrazione eucaristica a San Giovanni in Laterano e che ora, invece, diventano la “colonna sonora” di una processione che conserva il gusto d’antico. 

 

I Vangeli scelti per la processione sono: il Vangelo secondo Matteo (il capitolo 26, 26-29); il Vangelo secondo Marco (capitolo 6, 39-44); il Vangelo secondo Luca (il capitolo 24, 28-32) e il Vangelo secondo Giovanni (capitolo 6, 47-51). E poi, sono stati letti alcuni scritti in cui si sono alternati i nomi del beato Giacomo Alberione, san Paolo VI, santa Teresa di Gesù Bambino e san Giovanni Paolo II.  

 

L’arrivo sul sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore alle 19,10. E’ il momento della Benedizione finale. Un piccolo altare è posto sul sagrato della basilica dedicata alla Vergine Maria. Un inginocchiatoio è davanti. Papa Leone XIV non ha mai distolto lo sguardo dall’ostensorio che ora è posto sopra l’altare. Il coro della Diocesi intona il Tantum Ergo, altro inno eucaristico (sempre attribuito a san Tommaso d’Aquino). S’inginocchia per alcuni istanti per poi riprendere in mano il Santissimo Sacramento. Benedice, al rintocco della campana, i presenti, tutta la città di Roma, il mondo intero. Ritorna in ginocchio, davanti al Santissimo Sacramento. Il coro della Diocesi intona la preghiera conclusiva: “Dio sia benedetto. Benedetto il suo santo nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo. Benedetto il nome di Gesù. Benedetto il suo sacratissimo Cuore”. Silenzio sulla piazza, i cuori di tutti i presenti conservano le immagini, i momenti, le parole di questa processione. 

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