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Fisichella: "Se noi costruiamo la pace, il mondo avrà pace"

La Messa di accoglienza per il Giubileo dei Giovani. A presiedere alla celebrazione, monsignor Fisichella. Il papa a sorpresa sulla papamobile compie il giro della piazza

La Piazza gremita per la Messa di accoglienza del Giubileo dei Giovani | La Piazza gremita per la Messa di accoglienza del Giubileo dei Giovani | Credit Daniel Ibanez/ EWTN ACIGroup
La Piazza gremita per la Messa di accoglienza del Giubileo dei Giovani | La Piazza gremita per la Messa di accoglienza del Giubileo dei Giovani | Credit Daniel Ibanez/ EWTN ACIGroup
Papa Leone XIV in papamobile | Papa Leone XIV in papamobile | Credit Daniel Ibanez/ EWTN AciGroup
Papa Leone XIV in papamobile | Papa Leone XIV in papamobile | Credit Daniel Ibanez/ EWTN AciGroup
Monsignor Fisichella alla celebrazione | Monsignor Fisichella alla celebrazione | Credit Daniel Ibanez/ EWTN AciGroup
Monsignor Fisichella alla celebrazione | Monsignor Fisichella alla celebrazione | Credit Daniel Ibanez/ EWTN AciGroup


Fantasia di colori, di bandiere e di magliette. La piazza è gremita di giovani. Un turbunio di colori e cori che si fondano in Piazza San Pietro. Comincia così, con una Messa di accoglienza, il Giubileo dei giovani. La Celebrazione eucaristica è presieduta da monsignor Rino Fischella, Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, che accoglie con queste parole i giovani riuniti nella piazza: “A nome di Papa Leone XIV vi do il benvenuto”. E continua: "Grazie per avere accolto l'invito del Papa di partecipare a questo Giubileo dedicato a voi e alla speranza che ognuno porta dentro di sé. Siete venuti da tutto il mondo". E il pensiero si amplia per raggiungere gli “amici che provengono anche dalle zone di guerra: dall'Ucraina dalla Palestina giunga a tutti l'abbraccio di fraternità che ci rendono uniti e un corpo solo; non fate mancare loro i segni della vostra amicizia”. Fisichella continua, poi, il suo saluto: "Molti tra di voi hanno fatto tanti sacrifici per essere qui a Roma. Il Signore non vi deluderà. Vi viene incontro e voi siate vigili per cogliere la sua presenza". Infine, l'invito a vivere “questi giorni con gioia e spiritualità, scoprendo nuove amicizie, ma soprattutto contemplando Roma e le tante opere d'arte espressione della fede che ha generato tanta bellezza”. Categoriche le ultime parole: “Siamo qui per trasmettere la fede e comprendere il grande valore che Gesù Cristo possiede nella nostra vita”. Un saluto che monsignor Fisichella ripete in diverse lingue: inglese, spagnolo, francese, portoghese e tedesco.

Dopo i diversi saluti che hanno aperto la Celebrazione eucaristica, il Kirye. La Prima Lettura è quella dell'evangelista Giovanni. Al capitolo 4, versetti 7-16. Il salmo responsoriale è il 33: “Gustate e vedete come è buono il Signore”, il ritornello. I versi del salmo si dilatano e sembrano planare sulla folla, raggiungendo i cuori di ognuno: "Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino". Il Vangelo è sempre dell'evangelista Giovanni, al capitolo 11. E' l'episodio di Marta, Maria e di Lazzaro. Centrali nell'episodio le parole di risposta di Cristo a Marta che, disperata per la morte di Lazzaro, aveva chiesto a Gesù di farlo risorgere: "«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo»".

 

Le parole dell'omelia, a braccio, di Fischella colpiscono tutto l'uditorio che in un silenzio quasi surreale ascolta attentamente: “Marta è il segno della fede”, così esordisce monsignor Fisichella. E il tema della fede è quello cardine: una “fede che è un incontro: un incontro che non stabiliamo noi”, precisa il Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione. Parla di Lazzaro, Fichella: “Stava male e Gesù ritarda la sua visita”. Sembrerebbe strano vista la situazione. Gesù dovrebbe correre subito e invece no: "Dice ai discepoli di aspettare. Questo insegna a noi qualcosa di importante: la fede è un incontro ma il primo che ci viene incontro è Gesù. Ci viene incontro quando vuole, come vuole. Nel tempo stabilito da Lui non da noi. E noi siamo chiamati solo a rispondere. Siamo chiamati a metterci in cammino verso di Lui", continua Fischella. E quando il Signore vuole incontrarci "deve trovare in noi persone vigilanti, pronte a correre verso di Lui senza esitare perché la fede è una sceltta di libertà. Una libertà con la quale vogliamo metterci alla sequela del Signore". E noi, in tutto questo, "dobbiamo rispettare la libertà di Dio. Una libertà di un Dio che non ci abbandona, che non può abbandonare mai in nessuna situazione quelli che ama. Noi siamo amati da Dio. Gesù è nostro compagno di strada". Ma, precisa il Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione che “ogni gesto di libertà ha bisogno di qualche gesto di rinuncia”. Infatti, “siamo relamente liberi nel momento in cui compiamo qualche rinuncia ma soprattutto quando questa rinuncia è finalizzata” all'incontro con il Signore, per poi seguirlo. E, poi, “la fede è anche ascolto”, dice Fisichella che sottolinea che “da nessun'altra parte possiamo trovare la felicità se non in Lui. Il senso della nostra vita se non in Lui”. 

 

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Si sofferma, poi, nuovamente sulla figura di Marta che ci dice che “la fede è azione, diventa testimonianza concreta, diventa vita”. E a proposito cita il passo evangelico delle Beatitudini. Il cristiano, allora, è impegnato nel “dare coraggio, dare consolazione, dare a tutti coloro che piangono un sorriso”. E si conclude con l'invito rivolto ai giovani a Tor Vergata con le parole di papa Leone XIV dell'Angelus di domenica scorsa: "Incontrare Cristo, per questo vi attendo. Incontrare Cristo ed essere da Lui rinsaldati nella fede, nell'impegno di seguirlo con coerenza".

E, a fine della Celebrazione, dopo la Benedizione finale impartita da monsignor Fischella, la sorpresa che un po' tutti attendevano: papa Leone XIV fa il giro in papamobile per la piazza. La folla di giovani impazza: sventolio di bandiere, saluti, cori. Papa Leone XIV è tra il popolo di giovani: li saluta con le mani quasi a stringerli uno a uno. Li abbracciate idealmente. Arriva con la papamobile fino alla fine di via della Conciliazione: vuole salutare tutti. Proprio tutti. Un giro che emoziona la piazza. Le luci del tramonto romano fanno da scenografia al tutto. Ripercorre poi tutta la grande via della Conciliazione per dirigersi verso il sagrato della piazza. E, ancora un'altra sorpresa: papa Leone XIV vuole comunicare con i giovani. E i giovani vogliono comunicare con il loro papà. Scende dalla papamobile per salire sul palco-altare allestito sul sagrato. Prende la parola: "Buona sera! Buenas tardes! Buonasera!". E poi in inglese: "Voi siete il sale della terra, la luce del mondo" . Le lingue si mescolano, italiano, spagnolo, inglese: è l'universalità della Chiesa che parla. "Tutti voi siate sempre segni di speranza nel mondo!", questo è l'invito a tutti. "Camminiamo insieme con la nostra fede in Gesù Cristo! E il nostro grido deve essere anche per la pace nel mondo. Diciamo tutti: vogliamo la pace nel mondo". E un invito che i giovani accolgono subito, replicando al pontefice con la stessa frase: "Vogliamo la pace nel mondo". Il papà è in dialogo con i giovani e loro rispondono al suo invito. "Preghiamo per la pace", altro invito che papa rivolge a tutti. Finisce poi con la benedizione finale, in lingua spagnola. Un'ultima parola: "Ci vediamo a Tor Vergata!".

Aggiornato alle ore 21,10 del 29 luglio 2025

 

 

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