Città del Vaticano , martedì, 29. luglio, 2025 20:20 (ACI Stampa).
Fantasia di colori, di bandiere e di magliette. La piazza è gremita di giovani. Un turbunio di colori e cori che si fondano in Piazza San Pietro. Comincia così, con una Messa di accoglienza, il Giubileo dei giovani. La Celebrazione eucaristica è presieduta da monsignor Rino Fischella, Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione, che accoglie con queste parole i giovani riuniti nella piazza: “A nome di Papa Leone XIV vi do il benvenuto”. E continua: "Grazie per avere accolto l'invito del Papa di partecipare a questo Giubileo dedicato a voi e alla speranza che ognuno porta dentro di sé. Siete venuti da tutto il mondo". E il pensiero si amplia per raggiungere gli “amici che provengono anche dalle zone di guerra: dall'Ucraina dalla Palestina giunga a tutti l'abbraccio di fraternità che ci rendono uniti e un corpo solo; non fate mancare loro i segni della vostra amicizia”. Fisichella continua, poi, il suo saluto: "Molti tra di voi hanno fatto tanti sacrifici per essere qui a Roma. Il Signore non vi deluderà. Vi viene incontro e voi siate vigili per cogliere la sua presenza". Infine, l'invito a vivere “questi giorni con gioia e spiritualità, scoprendo nuove amicizie, ma soprattutto contemplando Roma e le tante opere d'arte espressione della fede che ha generato tanta bellezza”. Categoriche le ultime parole: “Siamo qui per trasmettere la fede e comprendere il grande valore che Gesù Cristo possiede nella nostra vita”. Un saluto che monsignor Fisichella ripete in diverse lingue: inglese, spagnolo, francese, portoghese e tedesco.
Dopo i diversi saluti che hanno aperto la Celebrazione eucaristica, il Kirye. La Prima Lettura è quella dell'evangelista Giovanni. Al capitolo 4, versetti 7-16. Il salmo responsoriale è il 33: “Gustate e vedete come è buono il Signore”, il ritornello. I versi del salmo si dilatano e sembrano planare sulla folla, raggiungendo i cuori di ognuno: "Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino". Il Vangelo è sempre dell'evangelista Giovanni, al capitolo 11. E' l'episodio di Marta, Maria e di Lazzaro. Centrali nell'episodio le parole di risposta di Cristo a Marta che, disperata per la morte di Lazzaro, aveva chiesto a Gesù di farlo risorgere: "«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo»".
Le parole dell'omelia, a braccio, di Fischella colpiscono tutto l'uditorio che in un silenzio quasi surreale ascolta attentamente: “Marta è il segno della fede”, così esordisce monsignor Fisichella. E il tema della fede è quello cardine: una “fede che è un incontro: un incontro che non stabiliamo noi”, precisa il Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione. Parla di Lazzaro, Fichella: “Stava male e Gesù ritarda la sua visita”. Sembrerebbe strano vista la situazione. Gesù dovrebbe correre subito e invece no: "Dice ai discepoli di aspettare. Questo insegna a noi qualcosa di importante: la fede è un incontro ma il primo che ci viene incontro è Gesù. Ci viene incontro quando vuole, come vuole. Nel tempo stabilito da Lui non da noi. E noi siamo chiamati solo a rispondere. Siamo chiamati a metterci in cammino verso di Lui", continua Fischella. E quando il Signore vuole incontrarci "deve trovare in noi persone vigilanti, pronte a correre verso di Lui senza esitare perché la fede è una sceltta di libertà. Una libertà con la quale vogliamo metterci alla sequela del Signore". E noi, in tutto questo, "dobbiamo rispettare la libertà di Dio. Una libertà di un Dio che non ci abbandona, che non può abbandonare mai in nessuna situazione quelli che ama. Noi siamo amati da Dio. Gesù è nostro compagno di strada". Ma, precisa il Pro-Prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione che “ogni gesto di libertà ha bisogno di qualche gesto di rinuncia”. Infatti, “siamo relamente liberi nel momento in cui compiamo qualche rinuncia ma soprattutto quando questa rinuncia è finalizzata” all'incontro con il Signore, per poi seguirlo. E, poi, “la fede è anche ascolto”, dice Fisichella che sottolinea che “da nessun'altra parte possiamo trovare la felicità se non in Lui. Il senso della nostra vita se non in Lui”.







