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Papa Leone XIV. La Messa a Tor Vergata: “Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù”

Santa Messa per il Giubileo dei Giovani a Tor Vergata

Papa Leone, la Messa a Tor Vergata |  | Daniel Ibanez / ACI group
Papa Leone, la Messa a Tor Vergata | Daniel Ibanez / ACI group
Papa Leone, la Messa a Tor Vergata |  | Daniel Ibanez / ACI Group
Papa Leone, la Messa a Tor Vergata | Daniel Ibanez / ACI Group
Papa Leone, la Messa a Tor Vergata |  | Vatican Media / ACI Group
Papa Leone, la Messa a Tor Vergata | Vatican Media / ACI Group

Passata la notte nel piazzale di Tor Vergata, quello stesso milione di giovani accoglie nuovamente Papa Leone XIV per la Santa Messa. Papa Leone arriva alle 7.30, compie tanti giri in papamobile e saluta i giovani in festa.

I ragazzi hanno dormito e aspettato lì, all’aperto, come è consuetudine ormai per GMG ed eventi speciali, sacco a pelo e tanta attesa. “Le autorità stimano che nell’area di Tor Vergata e nelle aree limitrofe sia presente oltre un milione di persone”, riporta la Sala Stampa della Santa Sede.

Buona celebrazione a tutti”, dice il Papa prima di iniziare la Messa sul palco aggiungendo qualche parola in inglese, spagnolo e italiano ricordando di mettere sempre al centro Cristo.  “Stiamo per cominciare la nostra celebrazione”, “Dio vi benedica tutti”, che sia “una memorabile occasione per tutti” e infine l’invito: “Camminiamo insieme, viviamo in Cristo”.

“Dopo la Veglia vissuta assieme ieri sera, ci ritroviamo oggi per celebrare l'Eucaristia, Sacramento del dono totale di Sé che il Signore ha fatto per noi. Possiamo immaginare di ripercorrere, in questa esperienza, il cammino compiuto la sera di Pasqua dai discepoli di Emmaus: prima si allontanavano da Gerusalemme intimoriti e delusi; andavano via convinti che, dopo la morte di Gesù, non ci fosse più niente da aspettarsi, niente in cui sperare. E invece hanno incontrato proprio Lui, lo hanno accolto come compagno di viaggio…I loro occhi allora si sono aperti e l'annuncio gioioso della Pasqua ha trovato posto nel loro cuore”, dice il Pontefice nell’omelia durante la Messa presieduta a Tor Vergata.

Papa Leone XIV nell’omelia ripercorre con i giovani la Liturgia odierna. “La prima Lettura, tratta dal Libro del Qoelet, ci invita a prendere contatto, come i due discepoli di cui abbiamo parlato, con l'esperienza del nostro limite, della finitezza delle cose che passano; e il Salmo responsoriale, che le fa eco, ci propone l'immagine dell'«erba che germoglia; al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca. Sono due richiami forti, forse un po' scioccanti, che però non devono spaventarci, quasi fossero argomenti "tabù", da evitare. La fragilità di cui ci parlano, infatti, è parte della meraviglia che siamo. Pensiamo al simbolo dell'erba: non è bellissimo un prato in fiore? Certo, è delicato, fatto di steli esili, vulnerabili, soggetti a seccarsi, piegarsi, spezzarsi, e però al tempo stesso subito rimpiazzati da altri che spuntano dopo di loro, e di cui generosamente i primi si fanno nutrimento e concime, con il loro consumarsi sul terreno. È così che vive il campo, rinnovandosi continuamente, e anche durante i mesi gelidi dell'inverno, quando tutto sembra tacere, la sua energia freme sotto terra e si prepara ad esplodere, a primavera, in mille colori”, commenta il Pontefice.

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E anche noi, secondo Papa Leone, siamo fatti per questo.

“Non per una vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un'esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell'amore. E così aspiriamo continuamente a un "di più" che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere. Di fronte ad essa, non inganniamo il nostro cuore, cercando di spegnerla con surrogati inefficaci! Ascoltiamola, piuttosto! Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell'incontro con Dio”, commenta il Papa.

“C'è una domanda importante nel nostro cuore, un bisogno di verità che non possiamo ignorare, che ci porta a chiederci: cos'è veramente la felicità? Qual è il vero gusto della vita? Cosa ci libera dagli stagni del non senso, della noia, della mediocrità?”, chiede Papa Leone XIV.

“Nei giorni scorsi avete fatto molte belle esperienze. Vi siete incontrati tra coetanei provenienti da varie parti del mondo, appartenenti a diverse culture. Vi siete scambiati conoscenze, avete condiviso aspettative, avete dialogato con la città attraverso l'arte, la musica, l'informatica, lo sport. Al Circo Massimo, poi, accostandovi al Sacramento della Penitenza, avete ricevuto il perdono di Dio e avete chiesto il suo aiuto per una vita buona. In tutto questo potete cogliere una risposta importante: la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, come abbiamo sentito nel Vangelo, da ciò che possediamo. È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere. Comprare, ammassare, consumare, non basta”, continua così il suo discorso il Papa.

“Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù. È Lui, come diceva San Giovanni Paolo II, che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande , per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna (XV Giornata Mondiale della Gioventù, Veglia Di Preghiera, 19 agosto 2000). Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre, coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la Comunione eucaristica, la Confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati Santi. Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo”, conclude il Pontefice durante l’ultima giornata a Tor Vergata.

 

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