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Santa Teresa di Calcutta, icona della carità

Un profilo della santa di cui oggi ricorre la memoria liturgica

Santa Teresa di Calcutta | Santa Teresa di Calcutta | Credit pd Santa Teresa di Calcutta | Santa Teresa di Calcutta | Credit pd

 

Minuta ma immensa. Immensa nella carità. E' Santa Teresa di Calcutta, “la matita di Dio” così è conosciuta da molti. Quando pensiamo a lei, vengono in mente, subito, le sue mani: quelle rughe che parlano del servizio verso i poveri; giunte - quasi sempre - con le dita verso il cielo, sempre in preghiera; oppure, quelle mani stringevano forte la corona del Rosario. L'immagine è iconica. 

 

Agnes Gonxhe Bojaxhiu, questo il nome prima di prendere i voti religosi, nasce il 26 agosto del 1910 a Skopje (in Macedonia). La famiglia, benestante. La Macedonia, all'epoca, viveva un periodo assai tortuoso: convivevano, nella stessa terra, cristiani, musulmani e ortodossi. Dirà: "Di sangue sono albanese. Ho la cittadinanza indiana. Sono una monaca cattolica. Per vocazione appartengo al mondo intero. Nel cuore sono totalmente di Gesù". E fu proprio così: il suo cuore abbracciò tutti i poveri del mondo. A 18 anni, l'entrata nella vita religiosa: entrò nella Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora di Loreto. Partita nel 1928 per l'Irlanda, nel 1929 giunse in India. Nel 1931, i primi voti: prese il nome di suor Maria Teresa del Bambin Gesù. Chiaro il riferimento alla santa di Lisieux di cui era devotissima. Ma, dentro il suo cuore, vi era un'altra chiamata: la chiamerà “la mia seconda chiamata”. Dio l'aveva scelta per qualcosa di nuovo. Ancora non era del tutto chiaro quello che l'aspettava, la fondazione di una nuova congregazione religiosa. Il 16 agosto 1948 uscì dal collegio: lei, per strada, vicino ai poveri più poveri, ai malati di lebbra tenuti lontani dal mondo, dalla socierà. Ecco il suo campo di missione. A questa missione vollero partecipare alcune ragazze: seguivano quella piccola (ma grande) donna. Era il primo nucleo di ciò che diverrà la congregazione delle Missionarie della Carità . “Io non posso immaginare neanche un istante della mia vita senza Gesù. Il premio più grande per me è amare Gesù e servirlo nei poveri”: in questa frase, semplice ma profonda, tutta la sua nuova vocazione e missione. 

 

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Impegno per i poveri e per la vita, i pilastri della sua missione: riceverà il Premio Nobel per la pace nel 1979. Dall'inizio della nuova congregazione, tante le case in tutto il mondo. Persino in Vaticano, grazie al prezioso aiuto di san Giovanni Paolo II: sorgerà Il dono di Maria, la casa d'accoglienza per i poveri tuttora esistente nella città dello Stato del Vaticano. Era il 20 maggio del 1988. 

 

Morì a Calcutta il 5 settembre 1997. Beatificata da san Giovanni Paolo II il 19 ottobre 2003 ed infine canonizzata da papa Francesco il 4 settembre 2016.

 

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