Roma , mercoledì, 17. settembre, 2025 14:00 (ACI Stampa).
“Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo”. E’ San Paolo, nella sua Lettera ai Galati. Ma questi segni della Passione di Cristo, sono stati vissuti nella pienezza da San Francesco. Segni impressi nella carne: unione sublime tra Cristo e il Poverello d’Assisi. Sono le Stimmate. Si celebrano oggi, 17 settembre.
Così il Martirologio Romano ricorda lo straordinario evento che segnò per sempre la vita di San Francesco: “Sul monte della Verna, in Toscana, la commemorazione dell'Impressione delle sacre Stimmate, che, per meravigliosa grazia di Dio, furono impresse nelle mani, nei piedi e nel costato di san Francesco, Fondatore dell'Ordine dei Minori”. Correva l’anno 1224. S. Francesco d’Assisi, due anni prima di morire, voleva trascorrere nel silenzio e nella solitudine quaranta giorni di digiuno in onore dell'arcangelo S. Michele. Ed ecco, allora, palesarsi in Francesco un luogo ben preciso, il monte della Verna. Uno dei luoghi prediletti dal Santo.
La sommità del monte è tagliata per buona parte da una roccia a strapiombo, tanto da farla assomigliare ad una fortezza inaccessibile. La leggenda vuole che la fenditura profonda visibile, con enormi blocchi sospesi, sia nata a seguito del terremoto “provocato” dalla morte di Gesù sul Golgota. Un luogo, dunque, intenso, carico di storia e di spiritualità. “O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti priego che tu mi faccia, innanzi che io muoia: la prima, che in vita mia io senta nell’anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nella ora della tua acerbissima passione, la seconda si è ch' io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quello eccessivo amore del quale tu, Figliuolo di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori”, così pregava San Francesco in quel luogo così per lui importante. La sua preghiera non rimase inascoltata.





