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L'appello per la pace delle Chiese di Italia, Croazia e Slovenia

A Gorizia veglia di preghiera per la pace

Il Cardinale Zuppi |  | Daniel Ibanez EWTN Il Cardinale Zuppi | | Daniel Ibanez EWTN

In occasione della riunione a Gorizia del Consiglio episcopale permanente, il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI, Monsignor Andrej Saje, Presidente della Conferenza Episcopale Slovena e Monsignor Dražen Kutleša, Presidente della Conferenza Episcopale Croata hanno partecipato ad una veglia di preghiera per la pace tenutasi questa sera nella città del Friuli-Venezia-Giulia.

I presuli hanno firmato un appello per la pace ad 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

“Leviamo insieme, con forza, il nostro grido di pace e il nostro appello, perché ogni comunità cristiana sia protagonista di speranza, vigile e attiva nel promuovere e sostenere cammini di riconciliazione. Siamo qui – si legge nella dichiarazione comune - con i giovani, germogli di pace, in questa terra di confine che porta ancora i segni di tragiche esperienze di guerra e di violenza, ma che è anche crocevia di dialogo interculturale, ecumenico e interreligioso”.

“La nostra preghiera – prosegue l’appello - parte da questo territorio, si estende a tutti i Balcani e si allarga fino ad unire, in un unico abbraccio, Terra Santa, Ucraina e tutte le altre zone insanguinate dalla guerra. Non possiamo restare in silenzio di fronte alla drammatica escalation di violenza, al moltiplicarsi di atti di disumanità, all’annientamento di città e di popoli. Il grido che sale da molte parti del Pianeta è straziante e non può restare inascoltato. Dio vuole la pace e noi siamo i suoi artigiani. Esprimiamo e incarniamo nel quotidiano questo anelito per superare frontiere e barriere, troviamo insieme la forza, il coraggio, la determinazione per spezzare ogni spirale di risentimento e di violenza”.

“Noi – si legge ancora - ci impegniamo a essere case della pace e a promuovere – nei nostri territori, con i giovani, le famiglie, le scuole – proposte di educazione alla nonviolenza, iniziative di accoglienza che aiutino a trasformare la paura dell’altro in occasioni di scambio, momenti di preghiera e attività che favoriscano la cultura dell’incontro, del dialogo ecumenico e interreligioso, del disarmo e della solidarietà. Ci impegniamo per il rispetto dell’inalienabile dignità di ogni persona, dal concepimento alla morte naturale; per la vicinanza ai poveri, ai malati e agli anziani; per la verità e la giustizia come cardini della vita comune; per la libertà religiosa, diritto umano fondamentale; per la riconciliazione e la guarigione delle ferite storiche; per la cura del Creato, che siamo chiamati a custodire e a consegnare alle nuove generazioni migliore di come lo abbiamo ricevuto”.

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“Da Gorizia, con le sue ferite ma anche con la sua storia e l’esperienza che ha reso le frontiere delle cerniere, i muri dei ponti, invochiamo la pace:  vogliamo dire a chi è nella disperazione e nell’angoscia: la pace è possibile. Alla violenza che si profila come uno spettro apocalittico, armato da inauditi strumenti di micidiale distruzione; agli egoismi collettivi, familiari, sociali, tribali, nazionali, razziali che rinascono, noi non vogliamo che la pace diventi di nuovo una tregua, quasi fosse ineluttabile la guerra. Allora diciamo: la pace è possibile!”, ha detto nell’omelia il Cardinale Zuppi, Presidente della CEI.

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