Roma , mercoledì, 1. ottobre, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Religiosa, mistica, drammaturga, dottore della Chiesa insieme a Caterina da Siena e Teresa d’Avila. Lei, patrona di Francia insieme a Giovanna d’Arco, protettrice dei malati di AIDS, di tubercolosi e di altre malattie infettive. Patrona delle missioni, lei che scelse la clausura per vivere la sua vocazione religiosa. La vicenda umana e spirituale di santa Teresa di Lisieux, più nota come santa Teresa del Bambin Gesù, affascina ancora oggi.
La biografia dell'autrice di "Storia di un'anima", è una delle più affascinanti storie che la Chiesa conosca. La sua vita, dedicata interamente alla clausura, conosce l'incredibile che - con l'irragionevole razionale follia del Credo al Vengelo, a Cristo - diviene credibile. Anzi, diviene realtà, vera e umana.
Teresa Martin nasce ad Alençon in Francia il 2 gennaio 1873. È battezzata due giorni più tardi nella Chiesa di Notre-Dame, ricevendo i nomi di Maria Francesca Teresa. I suoi genitori, Louis Martin e Zélie Guérin. Dopo la morte della madre, avvenuta il 28 agosto 1877, Teresa si trasferisce con tutta la famiglia nella città di Lisieux. Verso la fine del 1879 si accosta per la prima volta al sacramento della penitenza. Nel giorno di Pentecoste del 1883 guarisce miracolosamente da una grave malattia, per l'intercessione di nostra Signora delle Vittorie. Educata dalle Benedettine di Lisieux, riceve la prima comunione l'8 maggio 1884. Poche settimane più tardi, il 14 giugno dello stesso anno, riceve il sacramento della cresima.
Famosa rimane la sua udienza con papa Leone XIII: chiede al pontefice in persona di poter entrare nel Carmelo a soli 15 anni. Era il 20 novembre 1887. Entrerà nell'ordine l'anno dopo, il 9 aprile del 1888. Lisieux, questo il luogo che rimarrà impresso nella sua storia. Nella sua biografia. Per sempre.
Uno dei passaggi della sua "Storia di un'anima", riesce - forse - a condensare l'intera sua esistenza: "Voglio cercare il mezzo di andare in Cielo per una via ben diritta, molto breve, una piccola via tutta nuova. Siamo in un secolo d'invenzioni, non vale più la pena di salire gli scalini, nelle case dei ricchi un ascensore li sostituisce vantaggiosamente. Vorrei anch'io trovare un ascensore per innalzarmi fino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione".
E' la piccolezza la strada per arrivare a Dio. E' la piccolezza dei bambini, come dice il Vangelo. Non grandi imprese, nulla di tutto ciò. Ma semplicemente vivere la propria esistenza, cercando di tendere al Paradiso. L'insegnamento che Teresa ci offre è "schietto" e ancor di più vale nel mondo di oggi colmo di sovrastrutture: cercare Dio nella semplicità, termine tanto dimenticato in una società che, sempre di più, è come se volesse darci altro insegnamento. Più si è strutturati, più si è preparati, più si è vincenti. Per Teresa non è così. Il segreto, invece, è racchiuso in quel sentirsi "troppo piccoli per salire la dura scala della perfezione".




