Un ricordo della storia del sacrificio del Sacco di Roma, e sul fatto che il loro coraggio si fondava sulla profondità della fede. Il ricordo dei Santi Patroni e infine il saluto e la promessa di fedeltà al Papa. Poi prende la parola il Cappellano per introdurre la formula del Giuramento.
Le Guardie giurano fedeltà al Papa con la mano sulla bandiera e l'altra con tre dita alzate.
Le note della Banda hanno introdotto e concluso la cerimonia come di consueto.
Al termine dalla Cerimonia il Papa in un breva saluto: "Prima di concludere questa “hermosa” cerimonia vorrei dire una parola di gratitudine innanzitutto a Dio per il dono della vita e della fede.
Vorrei salutare tutti i presenti, i Cardinali, gli Arcivescovi, i Vescovi, il Presidente della Federazione Elvetica, le famiglie delle Guardie Svizzere che oggi hanno fatto questo giuramento in una maniera “muy” speciale.
A tutti voi che avete fatto questo giuramento: è una testimonianza molto importante nel mondo di oggi. Ci fa capire l’importanza della disciplina, del sacrificio, di vivere la fede in una maniera che veramente parla a tutti i giovani del valore di dare la vita, di servire e pensare agli altri. Vi ringrazio a nome mio e di tutta la Santa Sede per il vostro servizio.
Dio vi benedica. Benedica le vostre famiglie e vi accompagni sempre. Grazie!"
Questa mattina la messa in San Pietro per le nuove reclute è stata celebrata dal Cardinale Parolin che ha ricordato che ricordando la festa di San Francesco ha esortato i nuovi alabardieri, a “nutrirsi spiritualmente dell’esempio” del Poverello, della sua fedeltà al Papa e alla Chiesa. “Una fedeltà che sgorgava dalla sua calda amicizia verso il Signore”, il quale “riempiva l’intera sua vita”. Tale lealtà, ha proseguito Parolin, “non ha nulla di ideologico”, bensì “nasce e matura nella preghiera”, “nel ristoro di cui si fa esperienza quando si contempla Gesù, mite e umile di cuore”, perché Egli non è “duro, autoritario, ma discreto e paziente”.
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