Città del Vaticano , domenica, 5. ottobre, 2025 11:07 (ACI Stampa).
"Penso ai fratelli migranti, che hanno dovuto abbandonare la loro terra, spesso lasciando i loro cari, attraversando le notti della paura e della solitudine, vivendo sulla propria pelle la discriminazione e la violenza" e "dinanzi a questi scenari oscuri, riemerge il grido che tante volte nella storia si è elevato a Dio: perché, Signore, non intervieni? Perché sembri assente?".
Inizia così la riflessione della omelia di Papa Leone XIV nella messa per il Giubileo delle missioni e dei migranti che si è svolta sotto una pioggia continua.
Ed a loro che il Papa dice: "siate sempre i benvenuti! I mari e i deserti che avete attraversato, nella Scrittura sono “luoghi della salvezza”, in cui Dio si è fatto presente per salvare il suo popolo. Vi auguro di trovare questo volto di Dio nelle missionarie e nei missionari che incontrerete!". E sottolinea: "Siamo qui perché, presso la tomba dell’Apostolo Pietro, ciascuno di noi deve poter dire con gioia: tutta la Chiesa è missionaria".
Citando Paolo VI, Benedetto XVI e Francesco, Papa Leone XIV commenta il vangelo è spiega che la riposta è nella fede che "non si impone con i mezzi della potenza e in modi straordinari" e "reca in sé la forza dell’amore di Dio che apre vie di salvezza" che si realizza "quando ci impegniamo in prima persona e ci prendiamo cura, con la compassione del Vangelo, della sofferenza del prossimo".
Oggi la missione è nuova, non è più associata al "partire" "l’andare verso terre lontane che non avevano conosciuto il Vangelo o versavano in situazioni di povertà, oggi le frontiere della missione non sono più quelle geografiche, perché la povertà, la sofferenza e il desiderio di una speranza più grande, sono loro a venire verso di noi".






