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L'Arcivescovo di Milano ai nuovi diaconi: "Cristo è tutto per noi"

Monsignor Delpini:mette in guardia da "una sapienza ottusa: sa tutto, ma non sa perché; non sa dire in che cosa possiamo sperare"

L'Arcivescovo di Milano, Mons. Delpini |  | Arcidiocesi di Milano L'Arcivescovo di Milano, Mons. Delpini | | Arcidiocesi di Milano

Lo scorso 4 ottobre nel Duomo di Milano l’Arcivescovo Monsignor Mario Delpini ha conferito l’ordinazione diaconale ad un gruppo di seminaristi.

“C’è una sapienza e una competenza che accumulano una quantità incalcolabile di informazioni, di nozioni, una memoria che ricorda ogni particolare con impressionante precisione, una cultura che sa tutto, che sa fare tutto. Eppure – ha scandito il presule - è una sapienza ottusa: sa tutto, ma non sa perché; non sa dire in che cosa possiamo sperare, per che cosa vale la pena di accumulare competenze, non sa dire se questo universo in cui abitiamo abbia un senso o sia una meraviglia insensata”.

Secondo l’Arcivescovo di Milano la risposta è  in Gesù, nel quale si trova “la rivelazione del mistero in cui abitano tutte le vite, tutte le cose. Cristo è tutto per noi, è sapienza e potenza di Dio. Noi non siamo in possesso di una risposta a tutte le domande, non abbiamo la presunzione di insegnare ai dotti e ai sapienti. Abbiamo però ricevuto la rivelazione che ci indica la strada per aprire orizzonti anche alla sapienza ottusa che abita il mondo”.

Chi assume responsabilità – ha detto ancora Monsignor Delpini - si rende antipatico nella società contemporanea, lo circonda un sospetto sistematico. La riconoscenza è una pratica dimenticata; la critica è più abituale e condivisa. Si diffonde la tendenza a dimettersi dalle responsabilità, ad assumerne incarichi a tempo. Meglio rifugiarsi nel privato e pensare a se stessi, al proprio piccolo mondo, ai propri interessi; meglio stare a guardare e lamentarsi piuttosto che impegnarsi e assumere responsabilità”.   

Nonostante ciò – ha concluso – gli ordinandi “si fanno avanti e dicono: noi ci rendiamo disponibili non perché siamo ingenui, non perché desideriamo prestigio o potere. Ci facciamo avanti perché Cristo è tutto per noi e Cristo, tramite la Chiesa, ci chiama a servire. Ci facciamo avanti perché ci fidiamo di Gesù”.

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