Roma , sabato, 11. ottobre, 2025 10:00 (ACI Stampa).
“In un tempo dove nuove fragilità si aggiungono a quelle profondamente radicate in una società sempre più disuguale e ingiusta” l’esortazione di Papa Leone XIV Dilexi te, mette al “centro gli ultimi, gli scartati, coloro che non hanno voce e volto, i dimenticati, gli emarginati, invitando la Chiesa e i cristiani a una scelta di campo, oltre che a un cambio deciso di prospettiva”. È il commento, arrivato subito dopo la pubblicazione – giovedì – del primo documento di papa Prevost da parte del presidente dei vescovi italiani, il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna. Il testo dell’esortazione – ha detto Zuppi – “ci accompagna a riscoprire l’insegnamento di alcuni Padri della Chiesa. Ci indica l’esempio luminoso di Santi e testimoni che, nella storia, hanno incarnato la povertà evangelica. Ci consegna l’eredità preziosa di un cammino che dal Concilio Vaticano II conduce alla Chiesa di oggi passando per l’esperienza ecclesiale latino-americana e i movimenti popolari”. Papa Leone “incoraggia” a essere “chiesa madre dei poveri” rinnovando l’appello del Cardinale Lercaro, “al cui pensiero la Chiesa italiana continua a essere debitrice”. Ora – per il presidente della Cei – è “tempo di passare dalle analisi alle azioni, dall’indifferenza alla cura, dalla speculazione teorica alla concretezza dell’impegno: solo così potremo rimuovere le cause sociali e strutturali della povertà, diffondere attraverso i valori radicati nel Vangelo la custodia dell’umanità, ascoltare il grido di interi popoli, denunciare ciò che non va”. È tempo di “esporsi”: se il rischio è quello “di sembrare degli ‘stupidi’ vogliamo correrlo; se il sogno è quello di ‘una Chiesa che non mette limiti all’amore, che non conosce nemici da combattere, ma solo uomini e donne da amare’ vogliamo realizzarlo. Perché, come ricorda Papa Leone, questa ‘è la Chiesa di cui oggi il mondo ha bisogno’”.
E oggi, in tutte le diocesi, momenti di preghiera per la pace con la recita del Santo Rosario come chiesto dal pontefice. I vescovi italiani si uniscono alla preghiera per la pace che si leverà da piazza San Pietro, questa sera in occasione della Veglia del Giubileo della Spiritualità mariana, nel giorno in cui si ricorda l’apertura del Concilio Vaticano II. Nella nota diffusa a conclusione della sessione autunnale del Consiglio Permanente della Cei, esprimevano adesione all’appello di Papa Leone a “pregare, ogni giorno (in ottobre , ndr) il Rosario per la pace, personalmente, in famiglia e in comunità”. Per l’occasione, l’Ufficio Liturgico Nazionale ha preparato uno schema che può essere utilizzato nelle celebrazioni comunitarie per pregare insieme il Rosario per la pace in comunione con Papa Leone XIV e facendo memoria dell’inizio dell’assemblea conciliare.
Nella diocesi di Cassano all’Jonio la preghiera si è svolta ieri sera con l’invito del vescovo, Francesco Savino, a partecipare oggi alla giornata con il digiuno e la preghiera. Il momento diocesano ieri sera in Cattedrale con una veglia presieduta da Savino. “Penso che tutti comprendiate il momento storico drammatico e complesso che stiamo vivendo! Le parole sono stanche, spesso vuote e sterili! Non è più tempo di retorica! È l’ora della profezia, del coraggio e di attuare gesti concreti, simbolici e forti”, ha detto il presule.
In sintonia con l’appello del Papa il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, ha proposto una “staffetta di preghiera per la pace”, che coinvolgerà tutto il territorio della Diocesi nel mese di ottobre. La staffetta chiamata “Granelli di pace” ha preso il via ieri sera dalla basilica di Santa Giustina a Padova con la presenza del vescovo, e proseguirà ogni giorno per concludersi venerdì 31 ottobre (ore 18.00), con la presenza del vescovo, nella chiesa di Ognissanti a Padova, toccando i santuari giubilari mariani e altri luoghi giubilari della diocesi patavina. “Abbiamo una responsabilità personale e comunitaria di testimoniare il Vangelo della vita e l’annuncio della salvezza. Questo significa che abbiamo anche una responsabilità nell’educare e motivare alla pace, contrastando le logiche della guerra, della violenza, della prevaricazione”, ha detto Cipolla. “La pace non è solo un dono da invocare, ma un cammino da costruire insieme, giorno dopo giorno, con gesti concreti e con la preghiera”, sottolinea il vescovo.
A Cagliari oggi alle 20.15, nella Basilica di Nostra Signora di Bonaria, la Veglia di preghiera per la pace presieduta dall’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi. Interverrà il medico congolese Denis Mukwege, Nobel per la pace 2018. “Pregare per la pace – sottolinea una nota della diocesi - significa aprire il cuore alla speranza e riconoscere che la fraternità è la via più autentica per costruire il futuro. La veglia a Bonaria sarà dunque un segno concreto di vicinanza e di solidarietà, un richiamo al valore della dignità umana e al dovere della responsabilità comune”. La veglia sarà preceduta alle 18 da un incontro con Denis Mukwege, che si terrà presso la sala Benedetto XVI della Curia arcivescovile di Cagliari. Ad Asti Rosario per la pace al santuario della Beata Vergine del Portone. “L’invito del Santo Padre giunge in un momento segnato da tensioni e conflitti, ma anche da segnali di speranza: tentativi di mediazione internazionale e iniziative di cittadini che, in varie parti del mondo, si impegnano per favorire il dialogo e la riconciliazione tra i popoli”, ha scritto il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Domenico Cornacchia annunciando che oggi, dopo la veglia guidata da Papa Leone XIV in piazza San Pietro, “anch’io guiderò la preghiera per la pace a Ruvo, nella parrocchia di San Michele Arcangelo, alle 20.30, affidando al Cuore di Maria il desiderio di concordia e fraternità tra tutti i popoli”.




