Città del Vaticano , giovedì, 16. ottobre, 2025 9:30 (ACI Stampa).
La lunga storia di evangelizzazione che i nostri popoli indigeni hanno conosciuto, come hanno spesso insegnato i vescovi dell'America Latina e dei Caraibi, è carica di «luci e ombre»". Papa Leone XIV lo scrive nel messaggio inviato alle Reti dei Popoli Originari e alla Rete dei Teologi della Teologia Indigena in occasione dell’Anno Giubilare.
Cita l'amato Sant' Agostino a proposito dei servitori del Vangelo: «Se una persona è buona, è unita a Dio e collabora con Dio; se è cattiva, Dio opera attraverso di lei la forma visibile del sacramento e dona la grazia stessa. Manteniamo questo, e non ci saranno scismi tra noi» (Lettera 105,12). In questo modo, il Giubileo, tempo prezioso per il perdono, ci invita a "perdonare di cuore i nostri fratelli" (cfr Mt 18,35), a riconciliarci con la nostra storia e a ringraziare Dio per la sua misericordia verso di noi".
Eccome come pur riconoscendo le ferite del passato "comprendiamo che possiamo essere Popolo solo se ci abbandoniamo veramente alla potenza di Dio, alla sua azione in noi. Lui, che ha piantato i "semi del Verbo" in ogni cultura, li fa germogliare in modo nuovo e sorprendente, potandoli perché portino più frutto".
Cita Giovanni Paolo II e la Catechesi tradendae e ricorda che "nel dialogo e nell'incontro, impariamo dai diversi modi di vedere il mondo, apprezziamo ciò che è proprio e originale di ogni cultura e scopriamo insieme la vita abbondante che Cristo offre a tutti i popoli".
Parla dell'audacia dell'annuncio del Vangelo e dice che "nel concerto delle nazioni, i popoli indigeni devono presentare con coraggio e libertà la propria ricchezza umana, culturale e cristiana". E aggiunge "l'appello del Vangelo a evitare la tentazione di porre al centro ciò che non è Dio – che si tratti di potere, dominio, tecnologia o qualsiasi realtà creata – affinché i nostri cuori rimangano sempre orientati verso l'unico Signore, fonte di vita e di speranza". Ecco perché per chi "per misericordia di Dio" si definisce cristiano, Tutto "il discernimento storico, sociale, psicologico e metodologico trova il suo significato ultimo nel mandato supremo di far conoscere Gesù Cristo, che è morto per il perdono dei nostri peccati ed è risorto affinché possiamo essere salvati nel suo Nome, anche da questa terra, e poi adorarlo con tutto il nostro essere nella gloria del Cielo".



