Città del Vaticano , lunedì, 20. ottobre, 2025 9:00 (ACI Stampa).
Dialogo e pace. Sono le due parole che più si sono sentite nella Sala Regia del Palazzo Apostolico vaticano sabato pomeriggio durante la consegna del Premio San Giovanni Paolo II a Jacques Mourad, arcivescovo siro-cattolico di Homs, Hama e Nabk in Siria, "un pastore la cui vita e il cui ministero costituiscono una testimonianza di coraggio, fede e riconciliazione in una delle regioni più profondamente segnate dalla guerra".
Lo sguardo acceso, la disponibilità con tutti, il sorriso che illumina nel sua abito tradizionale di monaco siriaco lasciano trasparire la storia della sua vita.
Jacques Mourad, nasce ad Aleppo nel 1968, madre maronita e padre siriaco, per vari anni lontani da casa perché i siriaci sono una minoranza che subisce. Studia in Libano e nel 1993 è ordinato sacerdote della Chiesa Siro-Cattolica. E subito entra a far parte della comunità monastica di Deir Mar Musa, fondata da padre Paolo Dall’Oglio, SJ,. Il suo cuore spirituale è lì. Il dialogo diventa la sua arma. Che porta frutto perché in alcuni casi durante la guerra durante il periodo dello Stato Islamico, salava a sua parrocchia perché, dicono i terroristi che tengono sotto scacco la regione, non hanno imbracciato le armi. Eppure non basta. Nel 2015 è stato rapito dai jihadisti dello Stato Islamico e tenuto prigioniero per diversi mesi in condizioni disumane. Torturato e sottoposto a pressioni per rinnegare la fede, è arrivato a subire anche una finta esecuzione. È stato liberato grazie al coraggio e all’aiuto di musulmani locali che, rischiando la vita, gli hanno permesso di fuggire.
Dopo la liberazione, Mons. Mourad ha proseguito il suo ministero pastorale tra le comunità cristiane delle regioni devastate dalla guerra. Nel 2023 Papa Francesco lo ha nominato Arcivescovo siro-cattolico di Homs, Hama e Nabk, affidandogli la missione di accompagnare le comunità cristiane nel cuore del Medio Oriente e di costruire percorsi di dialogo, pace e riconciliazione.
E lui dopo avere ascoltato Andrea Riccardi che lo ha seguito e aiutato, dopo aver sentito il Cardinale Zenari nunzio in Siria che ricorda il rapporto speciale anche tra Dell'Oglio e Giovanni Paolo II, riceve il premio a nome di tutta la sua Chiesa.









