Roma , venerdì, 24. ottobre, 2025 9:00 (ACI Stampa).
Antonio Maria Claret: al suo nome è tuttora legata una delle più importanti congregazioni religiose, diffuse in tutti i continenti, la Congregazione dei Missionari del Cuore Immacolato di Maria, chiamati - appunto - Clarettiani.
Antonio, di origine catalana, appena ordinato sacerdote, si reca a Roma, all'ufficio vaticano di Propaganda Fide, per essere inviato missionario. Ma la salute precaria lo costringe a tornare nella sua terra. Così, per sette anni, la sua vita è tutta concentrata sulla predicazione delle missioni popolari tra la Catalogna e le Isole Canarie. È tra i giovani arrivati in questa attività apostolica che nasce l'idea della congregazione. Nel 1849 viene nominato arcivescovo di Santiago di Cuba. Morirà il 24 ottobre 1870. Sulla tomba vengono scolpite le parole di papa Gregorio VII: "Ho amato la giustizia e odiato l'iniquità, per questo muoio in esilio". L'8 maggio 1950, Pio XII lo proclama santo. Queste, le parole, che il pontefice riserva alla figura del missionario Claret:
"Spirito grande, sorto come per appianare i contrasti: poté essere umile di nascita e glorioso agli occhi del mondo; piccolo nella persona però di anima gigante; modesto nell'apparenza, ma capacissimo d'imporre rispetto anche ai grandi della terra; forte di carattere però con la soave dolcezza di chi sa dell'austerità e della penitenza; sempre alla presenza di Dio, anche in mezzo ad una prodigiosa attività esteriore; calunniato e ammirato, festeggiato e perseguitato E tra tante meraviglie, quale luce soave che tutto illumina, la sua devozione alla Madre di Dio".



