Roma , giovedì, 30. ottobre, 2025 10:00 (ACI Stampa).
“Comunione dei santi”, espressione che si trova nel Catechismo della Chiesa cattolica. E a pochi giorni dalla solennità di Tutti Santi, sicuramente, nella mente di ogni fedele nasce l'idea - giusta - che questa “tipologia” di comunione sia la particolare relazione di preghiera e d'amore che lega tutti santi fra loro: donne e uomini canonizzati dalla Chiesa.
In effetti, è così. Ma è necessario ricordare che questa sola lettura è un po' troppo riduttiva. Lo sguardo sui santi, infatti, deve essere colto sì come un culto, una devozione che associa i santi a Cristo ma anche una unione alla quale non solo i santi ufficialmente possono far parte, ma anche tutti i nostri defunti che hanno deliberatamente scelto l'amore e la comunione di preghiera con Dio. Non è un caso, infatti, che la solennità di Tutti i Santi preceda quella della commemorazione dei defunti.
I santi sono in comunione tra loro perché sono in comunione con Dio. Gesù ha pregato, infatti, “perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”, così l'evangelista Giovanni al capitolo 17.
Il Catechismo della Chiesa cattolica, inoltre, spiega che il termine “comunione dei santi” ha due significati, strettamente legati fra loro: “comunione alle cose sante (sancta)” e “comunione tra le persone sante (sancti)”.




