Roma , giovedì, 30. ottobre, 2025 18:00 (ACI Stampa).
“Il Giubileo del Mondo Educativo, celebrato dal 27 ottobre al 1° novembre, riunirà a Roma più di 20.000 persone, in rappresentanza delle comunità educative cattoliche di tutto il mondo, impegnate nella scuola e nell’università, nella formazione tecnica e professionale, e che sono studenti, docenti e personale amministrativo, nonché referenti delle principali federazioni e reti educative o organizzazioni internazionali del settore. Ad oggi, si sono registrati pellegrini di 124 Paesi, con particolare attenzione a Italia, Spagna, Stati Uniti, Francia e Brasile. E’ anche motivo di gioia sapere che abbiamo la partecipazione di oltre 200 pellegrini con disabilità, a testimonianza del fatto che il Giubileo è una proposta per tutti”: questa è stato l’inizio del giubileo delle comunità educative da parte del card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione nei giorni scorsi.
Per questo abbiamo incontrato mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della Cei, che ha puntualizzato: “La scuola è il più grande, il più importante investimento dell’Italia, perché sull’educazione si gioca il presente e, soprattutto, il futuro dell’Italia. L’impegno profuso da tutti per accompagnare, sostenere e formare le nuove generazioni è ciò che qualifica in maniera rilevante anche la vita di un popolo. In questo momento vogliamo far sentire la nostra vicinanza, il nostro affetto, ma anche l’impegno concreto di tutti coloro che sono attivamente coinvolti nell’attività scolastica. Ma non solo, perché l’educazione è un’impresa di comunità e tutti devono dare il loro contributo”
Per quale motivo un giubileo che riflette sull’educazione?
“L’aspetto educativo è fondamentale nella società, non solo rivolto ai giovani ma per tutte le realtà. In modo particolare questo sarà un giubileo rivolto al mondo della scuola, dell’università e degli educatori. Viviamo in un tempo in cui molti hanno ormai rinunciato ad educare. Si trasmettono competenza e sapere, ma educare è qualcosa di più importante, in quanto esso consiste nell’aiutare le persone, soprattutto i giovani, a trovare il senso, la bellezza ed i valore autentici della vita. Allora, educare significa proporre incontri significati (per il credente, ovviamente, è l’incontro con Gesù). Il giubileo è conversione, cioè cambiamento di vita, rinnovamento; quindi ci auguriamo che esso possa essere una bella occasione per tutti coloro che hanno la passione educativa per ritrovare il senso di questa, che è una fatica certamente, ma anche l’impresa più bella e più affascinante della vita”.
Ed allora in quale modo è possibile armonizzare il linguaggio ‘della mente, delle mani e del cuore’?





