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San Martino di Tours, il vescovo dei poveri

Oggi, la sua memoria liturgica

San Martino di Tour | San Martino di Tour | Credit pd San Martino di Tour | San Martino di Tour | Credit pd

"Gemmea l’aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, così Carducci nella sua famosa poesia dal titolo “L’estate di San Martino”.  E, forse, non ci sono parole migliori di quelle di un poeta per descrivere quello strano sole di novembre, quella luce che stride con il freddo inverno che si avvicina. Il giorno degli “albicocchi in fiore” è quello dedicato alla festa di  San Martino di Tours.

Carducci nella sua “San Martino” con amorevoli versi descrive come «dal ribollir de’ tini va l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar».  Il vino, immancabile bevanda, per la festa. Il vino, accompagnato inesorabilmente dalle castagne. Queste erano il pane dei poveri, simbolo della stagione, ed - economicamente - erano alla portata di tutti. L'associazione - castagne e vino - in questa festa di San Martino di Tours era molto legata ai cicli dell'agricoltura. In novembre, terminata la raccolta dell'uva e delle olive, l'attività degli agricoltori scemava naturalmente per qualche tempo.  Era il tempo del "trasloco" dei mezzadri: per tutta l'estate avevano abitato le campagne, sotto contratto con il padrone ed era questo il momento di un po' di "ferie" in attesa di un rinnovo di contratto oppure di un nuovo incarico presso un nuovo fondo. Prima di andare via si riceveva una sorta di "buonuscita" piena di prodotti di stagione: vino e castagne.

Ma chi era Martino di Tours? Nacque nel 316 in Sibaria, città della Pannonia, l'odierna Ungheria, da genitori nobili ma pagani. Da bambino si trasferì a Pavia. Fu in questa città che conobbe la religione cristiana. All'insaputa dei genitori si fece catecumeno, a soli dieci anni.  e prese a frequentare le assemblee cristiane. 

Martino era umile e caritatevole: basti pensare che aveva abitudine di pulire i calzari al suo attendente. Certamente, uno degli episodi più famosi rimane quello del mantello: in un giorno d’inverno, Martino era in marcia per Amiens. In questa località incontrò un povero seminudo, sprovvisto di denaro. Tagliò colla spada metà del suo mantello e lo coprì. La notte seguente, Gesù, in sembianza di povero, gli apparve e mostrandogli il mantello disse: “Martino ancor catecumeno m'ha coperto con questo mantello”. E’ l’incontro decisivo della sua vita. E’ l’incontro che gli fece cambiare Andò a Poitiers presso il vescovo S. Ilario da cui fu istruito, battezzato e in seguito ordinato sacerdote.  Eresse, anni avanti, addirittura la celebre e tuttora esistente abbazia di Marmontier (la più antica della Francia) ove fu per parecchi anni padre di oltre 80 monaci. "Soldato per forza, vescovo per dovere, monaco per scelta", in estrema sintesi fu questa la vita di San Martino. 

Per questa sua vicinanza verso i poveri, fu disprezzato dai nobili e malvisto anche da una parte del clero. Divenne vescovo di Tours: per ben 27 anni condusse la diocesi francese, in mezzo a contrasti e persecuzioni. Nell'anno 397 venne a conoscenza che a Candate (Candes-Saint-Martin) era sorto un grave scisma. Andò subito a portare pace. E fu proprio al ritorno da questo luogo che fu assalito da febbri mortali. Volle essere adagiato sulla nuda terra e cosparso di cenere, per morire, come sempre aveva vissuto, da penitente. Fu così sepolto a Tours, dove gli fu dedicata una cattedrale. 

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