Roma , sabato, 22. novembre, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Roma, quartiere Trastevere, uno dei più famosi della Città Eterna. Un porticato, bellissimo e grande, apre alla basilica dedicata alla santa di cui oggi ricorre la memoria liturgica, santa Cecilia. Entriamo. La basilica è elegante, sobria. Qui riposa il corpo della martire romana. Nel mosaico dell’XI secolo dell’abside non c’è solamente Cristo benidecente, i santi Pietro e Paolo. C’è anche una figura femminile: è santa Cecilia che per tutti i fedeli è conoscita come la patrona della musica. E poi, c’è anche san Valeriano, marito di santa Cecilia. Uniti lì, sopra l’abside, così come uniti nella terra.
Cecilia, un nome che dietro cela una biografia affascinante. una nobildonna romana era santa Cecilia, benefattrice di molti pontefici e fondatrice di una delle prime chiese di Roma, visse fra il II e III secolo. Cecilia sposò il nobile Valeriano. Nella sua “Passio” si racconta che alle nozze la santa cantava (da questo episodio, il titolo di patrona dei musicisti) dei versi che indicano purezza d’animo: “Conserva oh Signore immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa”. Aveva fatto, infatti, voto di castità Cecilia. Lo confidò a Valeriano che si convertì al Cristianesimo e la prima notte di nozze ricevette il Battesimo da papa Urbano I. Ma la Roma "dei Cesari" non permetteva che un nobile potesse convertirsi al Cristianesimo, e fu così che Valeriano venne imprigionato per essere poi ucciso decapitato.
Altra sorte, non meno cruenta, per la giovane: doveva essere bruciata. Ma, dopo un giorno e una notte il fuoco non la uccise. Da questo passaggio della Passio si fa risalire (secondo altra interpretazione) al titolo di patrona dei musicisti. Cantava Cecilia mentre le fiamme avvolgevano il suo corpo. Venne allora decapitata anche lei, visto che le autorità non riuscivano a ucciderla con il fuco.




