Inoltre il vescovo di Fabriano – Matelica ed arcivescovo di Camerino - San Severino Marche, mons. Francesco Massara ha spiegato la ‘novità’ della rete dell’ambulatorio sociale: “Un altro tassello si aggiunge alla rete dell’ambulatorio sociale. Dal mese di novembre anche l’oculistica è entrato tra i servizi gratuiti offerti a chi vive situazioni di fragilità economica. Un risultato possibile grazie alla collaborazione tra Caritas, Croce Rossa, Ambito 10 e tanti medici volontari. Perché la salute è un diritto di tutti non un privilegio”.
Il direttore della Caritas diocesana di Fabriano-Matelica, Gian Luigi Farneti, ci racconta cosa emerge da questo rapporto sulla povertà: “Il rapporto Caritas evidenzia un aumento significativo delle persone in difficoltà economica, sociale e relazionale. La povertà non è più un fenomeno circoscritto a determinate fasce di popolazione, ma colpisce sempre di più i giovani e cresce la componente straniera. La dimensione della povertà è ampia e diffusa e il 2024 registra un vero e proprio boom delle richieste di lavoro, segnale che il problema non riguarda solo il reddito insufficiente, ma anche la precarietà o l’assenza di occupazione stabile. Parallelamente, cresce la difficoltà delle famiglie ad affrontare spese essenziali come quelle sanitarie o scolastiche, a testimonianza di una fragilità crescente.
L’impegno complessivo della Caritas aumenta, indicando che i bisogni delle persone assistite sono più numerosi, complessi e costosi. Il rapporto non si limita ai dati statistici, ma racconta storie di persone e famiglie che vivono rotture, solitudini, mancanza di reti di sostegno e fragilità psicologiche e sociali. La povertà, dunque, non è solo economica, ma anche relazionale, educativa, lavorativa e sanitaria. La Caritas ribadisce che la risposta alla povertà non può essere delegata a pochi: serve una comunità capace di riconoscere la fragilità, non lasciare indietro nessuno e camminare accanto ai più vulnerabili, costruendo una società più giusta, accogliente e solidale”.
Chi si rivolge alla Caritas e cosa chiede?
“Persone e famiglie in difficoltà economica e relazionale, giovani, stranieri, adulti in età lavorativa e un numero crescente di donne. Le richieste principali riguardano il lavoro, supporto sanitario ed educativo, aiuti economici per beni e spese essenziali, oltre a ascolto, vicinanza ed accompagnamento. In particolare, l’aumento dei giovani che si rivolgono alla Caritas è legato a una combinazione di precarietà economica, mancanza di lavoro, costi elevati della vita, fragilità familiari e relazionali, e scarse opportunità locali. La Caritas diventa per loro un luogo di ascolto, orientamento e ripartenza”.
Quante ‘povertà’ esistono nel territorio diocesano?
“Nel territorio diocesano si riconoscono almeno sette forme di povertà in crescita: economica, lavorativa, sanitaria, educativa, relazionale, abitativa e alimentare/materiale. Non si tratta solo di numeri, ma di volti e storie concrete di famiglie, giovani e adulti che chiedono ascolto, accompagnamento e risposte concrete”.
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Altro aspetto riguarda il lavoro: come è la situazione?
“La situazione lavorativa è critica, con un aumento delle richieste di aiuto soprattutto tra i giovani. La Caritas interviene con tirocini, contratti a termine, contributi e orientamento, cercando di trasformare l’assistenza in opportunità di inclusione e autonomia”.
Quali progetti la Caritas sta mettendo in atto per arginare le povertà?
“Per arginare le diverse povertà, la Caritas ha avviato numerosi progetti: l’Emporio della Carità, centri di ascolto e sostegno economico mirato, tirocini e progetti lavorativi, interventi sanitari attraverso l’Ambulatorio Sociale, l’Emporio della Salute ed il progetto ‘Ben-essere senior’, sostegno educativo e per l’infanzia, promozione di attività sportive, percorsi di accompagnamento relazionale e lavoro di rete con enti e comunità. Tutte queste iniziative hanno l’obiettivo comune di non limitarsi all’assistenza, ma promuovere autonomia, dignità e partecipazione, costruendo una comunità inclusiva in cui nessuno resti indietro”.