Il Sud Sudan dilaniato dalla guerra, dove sono tantissime le “crisi in corso”, alle quali “stiamo cercando di rispondere”. Con uno sguardo ovvio “alle emergenze, legate alle conseguenze del grave conflitto in corso nell’area, che ha provocato un milione e mezzo di sfollati e 600mila rifugiati”. Lo dice al gruppo Aci Gabriel Yai, direttore generale della Caritas del Sud Sudan, costretta ad affrontare le tante criticità connesse alle “crisi in corso, che sono soprattutto legate a quella politica”.

“C’è un grave conflitto in tre regioni – spiega il direttore generale ad Aci - e le persone sono sfollate dalle loro case”, aumentano la povertà e le i drammi legati alla salute. “Non siamo affetti dall’Ebola”, dice rincuorato, ma “la situazione sanitaria nel Paese non è buona e stiamo lavorando anche attraverso la nostra segreteria dove c’è un dipartimento per la salute. Ci prendiamo cura di centri per la salute in diverse aree”. In questo settore, “ci sono molte necessità”, legate ad uno squilibrio territoriale evidente: “In alcune zone abbiamo strutture sanitarie, ma in altre sono assenti”. L’impegno è quello di costituire una rete di piccole realtà di cura, disseminate nel territorio.

L’instabilità politica ha ingrandito la grande massa dei rifugiati, “ci sono molte necessità in tante aree”, soprattutto tre, in cui si cerca di andare avanti nonostante tutto. Il conflitto tribale ha devastato l’area nel dicembre 2013 e ha visto contrapposti il presidente Salva Kiir ed il vicepresidente Rick Machar per la conquista del potere. Da quel momento nel Paese si è aggravata la situazione della povertà che ora è la vera nuova sfida. Come Caritas, continua Yai, “abbiamo davvero faticato a mobilitare le risorse mettere al sicuro le persone colpite dalla crisi in corso in Sud Sudan”.

Dei giorni scorsi la notizia che la Caritas del Paese è diventata il 165.mo membro della Caritas Internationalis. Un percorso durato quattro anni, ha spiegato Yai.

La votazione si è svolta a Roma, nel corso della 20.ma Assemblea generale dell’organismo ecclesiale. All’incontro, la Caritas Sud Sudan è stata rappresentata dal suo presidente, mons. Erkolano Lodu Tombe, e dal suo direttore generale, Gabriel Yai. Dal suo canto, Caritas Internationalis ha accolto con gioia tra i suoi membri l’organismo sud-sudanese: in un comunicato ufficiale, si ricorda che “il Sud Sudan è diventato indipendente nel 2011 ed i suoi abitanti hanno vissuto le gioie e le difficoltà che accompagnano la nascita di una nazione”.