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Aperto il Giubileo del Sacre Coeur, la basilica di Parigi voluta dal popolo

Da cento anni, a Mont Martre, la chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù ospita una adorazione eucaristica perpetua. La sua storia è quella della Francia

Le Sacre Coeur | La basilica del Sacro Cuore a Parigi | Wikimedia Commons Le Sacre Coeur | La basilica del Sacro Cuore a Parigi | Wikimedia Commons

Aprendo il giubileo della basilica del Sacre Coeur di Parigi, l’arcivescovo Michel Aupetit ha sottolineato: “Questa basilica è un miracolo, un miracolo dell’amore”. Ed è proprio un miracolo se questa basilica è stata eretta, cento anni fa, nella Francia post-rivoluzione con al governo massoni e anticlericali. Ma fu il popolo a volerla, a fare una sottoscrizione popolare per finanziarla. Come, in fondo, fu il popolo a volere le grandi cattedrali medievali. Come, del resto, è stato il popolo a cadere in ginocchio lo scorso anno, sempre a Parigi, di fronte a Notre Dame in fiamme.

L’anno giubilare del Sacre Coeur è stato aperto il 20 ottobre scorso, e terminerà il 18 ottobre 2020. Il tema del giubileo è “Accogliere e incontrare”, ma il centro di tutto resta l’Eucarestia. Perché è dall’1 agosto 1885 che lì, nella Basilica, (quando questa era solo una cappella) c’è l’esposizione di Gesù consacrato giorno e notte. Una adorazione che non fu mai interrotta, nemmeno durante i bombardamenti dell’aprile 1944.

Si tratta, spiegano da Mont-Martre, di una “lunga preghiera riparatrice, di cui Parigi, la Francia e la Chiesa hanno tanto bisogno”. E c’è un filo rosso con la Madonna di Fatima. Nel 1931, Suor Lucia, l’unica veggente che era sopravvissuta, comunicò al suo vescovo di aver ricevuto da Cristo questo messaggio: “Fai sapere ai miei ministri, dato che seguono l’esempio del re di Francia nel ritardare l’esecuzione della mia domanda, che lo seguiranno nella disgrazia. Non sarà mai troppo tardi per ricorrere a Gesù e Maria”.

L’allusione era a Re Luigi XIV. Nel 1668, la veggente Marie Marguerite Alacocque aveva riferito al re di aver avuto la visione del Sacro Cuore di Gesù, che chiedeva che il simbolo del Sacro Cuore fosse posto sugli stendardi regali. Luigi XIV non lo fece, e la sua dinastia finì, come predetto, con l’esecuzione alla ghigliottina di Luigi XVI.

Erano gli anni della rivoluzione francese, dall’anticlericalismo che andava imporre a tutti la nuova fede della ragione. Ma nel 1871, dopo la sconfitta nella guerra franco-prussiana che aveva portato all’occupazione di Parigi, l’Assemblea Nazionale approvò la costruzione della chiesa consacrata al Sacro Cuore. E così, massoni e repubblicani votarono a favore, mentre il popolo si diede da fare per trovare i fondi.

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Nacque così le Sacre Coeur, dove – ha detto l’arcivescovo Aupetit – il “cuore di Gesù è esposto nel suo corpo, adorato con così tanto fervore”. È una basilica “segno della nostra consacrazione al Sacro cuore di Gesù e più ampiamente di tutta la Francia, perché era un desiderio nazionale”.

Significativo anche il luogo, Mont Martre, il monte dei martiri. “Qui è dove sono i martiri, è qui che il Sacro Cuore deve regnare”, tuonò il Cardinale Joseph Hippolyte Guibert (1802 – 1886), arcivescovo di Parigi, quando approvò il progetto della basilica.

Perché fu proprio lì, a Mont Martre che furono torturati e uccisi Saint Denis e i suoi compagni Eleuthére e Rustique, primi apostoli di Parigi. E in quel luogo Santa Genevieve, intorno al 475, fece edificare una chiesa. Nel IX secolo, l’edificio era quasi in rovina, e viene ricostruito. Poi, diventa un convento di monache benedettine, dedicato alla Vergine Maria, e lo sarà fino alla Rivoluzione Francese.

In effetti, intorno al Sacre Coeur c’è la stazione metro “Abbesses” (Abbadesse), mentre le strade Rochechouart o il Tour d’Auvergne portano il nome del monastero scomparso, perché i benedettini furono dispersi dalla rivoluzione francese, mentre il loro monastero viene saccheggiato e distrutto da cima a fondo nel 1792, mentre l’ultima badessa, Marie-Louise de Montmorency-Laval, viene portata al patibolo il 24 luglio 1794. Sempre lì, su quella collina dei martiri. E il suo sangue sarà fondamentale per far ripartire la vita religiosa una ottantina di anni dopo.

Il 1870 è un anno difficile. Giuseppe Garibaldi conquista Roma, Pio IX va in esilio, mentre la Prussia fa crollare il Secondo Impero, invade la Francia, ne conquista l’Alsazia e la Lorena. A Parigi regna l’agitazione, nel marzo 1871 vengono assassinati due generali proprio a Montmartre.

Fu in queste circostanze che due uomini di fede lanciano il “voto nazionale”, confraternita patriottica con lo scopo di consacrare la Francia al cuore di Maria, come richiesto da Santa Margherita Maria Alacocque. Sono Alexandre Legentil e Hubert Rohault, Scrivono: "Alla presenza delle disgrazie che stanno desolando la Francia e forse delle maggiori sventure, che ancora la minacciano; alla presenza degli attacchi sacrileghi commessi a Roma contro i diritti della Chiesa e della Santa Sede, e contro la persona sacra del Vicario di Gesù Cristo, ci siamo umiliati davanti a Dio e uniti nel nostro amore la Chiesa e la nostra patria, riconosciamo di essere stati colpevoli e giustamente puniti”.

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L’iniziativa viene approvata il 18 gennaio 1872 dal vescovo Guibert. I promotori del progetto chiedono dunque l’Assemblea Nazionale il riconoscimento di pubblica utilità di questo grandioso progetto. E l’Assemblea approvò. La prima pietra fu posta il 16 giugno 1875, ma la costruzione vive molte vicissitudini. La basilica dove essere consacrata il 17 ottobre 1914, ma la consacrazione fu rinviata a causa dell’entrata in guerra. Fu poi consacrata il 16 ottobre 1919, dal Cardinale Amette, alla presenza del cardinale Antonio Vico, allora prefetto della Sacra Congregazione di riti e legati di Papa Benedetto XV.