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Bagnasco: ho giudicato tre cause di nullità con serenità e preghiera

Il cardinale Angelo Bagnasco  |  | CNA Il cardinale Angelo Bagnasco | | CNA

Una delle questioni più spinose per l’ Italia per la applicazione del Motu proprio Mitis Iudex è quella della riorganizzazione dei tribunali. Ai vescovi italiani è arrivato durante l’estate un documento frutto del Tavolo di lavoro della CEI voluta dal Papa. Come dovranno essere organizzati i tribunali per gestire le dichiarazioni di nullità matrimoniale?

Il tema è stato affrontato al Consiglio permanente di fine settembre, alla ripresa dei lavori del parlamentino della CEI.

Il cardinale Angelo Bagnasco ha voluto portare la sua testimonianza di giudice. “ Una esperienza nuova - ha detto ai giornalisti- decisamente nuova, confesso che  temevo un po’ perché no avendo mai affrontato situazioni di questo tipo era timoroso, perché si tratta di persone, ma è stata una esperienza molto utile. E devo anche dire  che se l’istruttorio è fatta con attenzione come è stato nel mio caso è un grande aiuto.

Poi arriva sempre il momento in cui è il giudizio del vescovo che in coscienza in base e in base all’istruttoria ricevuta deve arrivare. Fino ad ora ho potuto farlo con coscienza serena.

E tutte e tre le ho risolte a favore della nullità. Con motivazioni giustificate che mi hanno costretto ad essere attento, riflessivo e in preghiera, ma con molta serenità”.

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É questa la prassi del “processo breve” ha detto il cardinale “che secondo certe situazione e cause che i presentano il vicario giudiziale avendo esaminato quella situazione matrimoniale, può stabilire che può andare al vescovo diocesano che è giudice monocratico e nativo che con una procedura semplificata nel giro di pochissimi mesi può dare il giudizio. Una procedura comunque garantista circa la verità ovviamente. Ci lavora un assessore, un giudice, un istruttore etc.”. Tre le cause giudica al momento dal cardinale di Genova nella sua diocesi.

Per la riorganizzazione dei tribunali c’è da tenere conto di diverse possibilità. “Per le singole regioni ecclesiastiche - spiega Bagnasco- che poi coincidono con le regioni i vescovo hanno deciso come procedere secondo la riforma del Papa che prevede che ogni singola diocesi costituisca il proprio tribunale,  o che più diocesi costituiscano un tribunale interdiocesano, o che la metropolia cioè più diocesi che canonicamente sono coordinate da una diocesi che si chiama metropolita, abbia un unico tribunale, e infine il regionale che può essere chiamato interdiocesano ma potrebbe essere utile per tutte le diocesi che si riferiscono ad un unico tribunale.

E queste sono le quattro opzioni. Che hanno bisogno di strutture e personale competente. I vescovi stanno scegliendo tra le diverse posizioni. Il personale che attualmente lavora all’interno dei personali esistenti deve essere tutto ricollocato, a seconda delle scelte. Anche per la qualificazione e l’esperienza che ha”. Le norme saranno studiate, formulate e poi sottoposte alla Assemblea generale.

E su un altro aspetto il cardinale ha voluto essere chiaro: i costi. Che saranno anche rivisti. "525 euro è il costo per le cause, e che anche se si mantenesse non sarebbe un problema perché già ora, e ne parleremo, c’era la possibilità di non pagare neppure questa cifra in base alla situazione. E c’è anche il gratuito patrocinio e avvocato d’ufficio e anche per chi non è avvocato d’ufficio ma sono nell’ albo, la CEI ha stabilito da tempo un onorario da non superare”.