“Chi è l’uomo, perché te ne curi?”… La domanda del salmista è stata al centro della riflessione che ieri sera il Presidente della Cei, il Cardinale Angelo Bagnasco, ha offerto ai giornalisti nella Basilica romana dei Santi Quattro Coronati in occasione degli auguri natalizi. 

“Chi è l’uomo?, non è una domanda retorica - ha sottolineato il porporato - spesso avvertiamo nel cuore un senso di nostalgia e umanamente pensiamo che non ve ne sia motivo. Che cosa manca? Questa malinconia dipende dal fatto che non riusciamo a trattenere per sempre le cose belle della vita. Avvertiamo che siamo fatti per quel per sempre che sentiamo essere la nostra dimora. Il bene è la nostra casa: l’eternità del bene viene da altrove, sfugge dalla nostra costruzione. L’uomo è una meravigliosa sinfonia incompiuta, siamo un paradosso: un impasto di luce e ombra”. 

“Ognuno di noi - ha aggiunto il Cardinale Bagnasco - ha una storia, ma non è quello che ci definisce in profondità. Quello che ci definisce invece è questo impasto ed ecco quindi la seconda parte della domanda del salmista: perché Dio ti curi dell’uomo? A questo interrogativo Dio risponde con la sua fedeltà. Se noi manchiamo di fede, Lui no. Dio non ci abbandona perché è fedele alle sue creature, la sua fedeltà si misura sulla sua Parola. Come è grande questa risposta di Dio, ecco il mistero dell’Incarnazione: Dio non si gira dall’altra parte. La fedeltà di Dio diventa carne per rimanere con noi, per sempre”.

“Attraverso il mistero dell’Incarnazione - ha concluso l’Arcivescovo di Genova - la fedeltà di Dio è venuta vicino a noi: ecco la misericordia di Dio. La sua vicinanza è olio sulle nostre ferite”.