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Becciu: "L'Osservatore Romano, un giornale portavoce del Papa aperto al mondo"

L'Arcivescovo Becciu, il Direttore Vian e Monsignor Viganò  |  | MM Aci Stampa L'Arcivescovo Becciu, il Direttore Vian e Monsignor Viganò | | MM Aci Stampa

“Sono qui, in Sala Stampa Vaticana, per rallegrarmi per questa novità editoriale, sono qui perché ho la responsabilità editoriale e l’indirizzo politico dipende dalla Segreteria di Stato e quindi mi rallegro e mi complimento per la nuova veste del giornale settimanale”. Così l’Arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, ha presentato ai giornalisti nella Sala Stampa Vaticana la nuova edizione settimanale de L’Osservatore Romano.

“Imparai da quel giornale - ricorda Monsignor Becciu - a conoscere il Vaticano, mi ricordo di un prete: monsignor Angelini e siccome in famiglia mi chiamavano Angelino mi piaceva questo nome e spesso tornava questo prete… Era un giornale che entrava in casa e faceva amare il Papa. Mi pare che sia la novità nella continuità, una costante nella Chiesa, che sa cogliere i momenti giusti per proporsi con delle novità”.

“Questa nuova veste settimanale nel 70/mo - aggiunge ancora l’Arcivescovo Becciu - è una sfida: insistere sul cartaceo è andare controcorrente. A tutti piace il web, ma anche stare in poltrona con un caffè e leggere il giornale. E’ una sfida sia perché si insiste sul cartaceo come anche per i temi che vuole trattare e per il bacino dei lettori. Il settimanale conferma lo stile del quotidiano, si fa portavoce della parola del Papa ma con la peculiarità di aprisi al mondo - come il Papa stesso - anche ai non credenti e ai laici e ci sono punti comuni come la passione per l’ecologia, la passione per portare la pace e i collegamenti con le zone di guerra fanno risaltare la missione del Papa e la sua insistenza per la pace”. 

“Nelle zone di guerra - conclude il Sostituto - la Chiesa è in prima linea per creare ponti e fare la pace: nel Congo i Vescovi sono riusciti a evitare una crisi pericolosa che rischiava di sfociare in una guerra civile: hanno creato accordo e aiutato il governo a prendere le decisioni sagge. L’Osservatore Romano ha pubblicato la notizia e si fa portavoce di queste realtà.  Una sensibilità particolare poi si manifesta nel dare attenzione al ruolo della donna nella Chiesa. Questa nuova iniziativa fa parte della riforma? Mi pare che entri nel lavoro di monsignor Viganò: razionalizzare le forze, risparmiare ma cercare anche di dare spazio a novità che scuotano l’attenzione della gente”.

“Il sostegno della Segreteria di Stato - spiega il Direttore de L’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian - è stato fondamentale per il giornale che mantiene la sua caratteristica fondamentale ovvero la capacità di farsi eco dell’insegnamento papale. Con questa iniziativa - che esiste dal 1948 - cercheremo di sanare un punto debole de L’Osservatore Romano, cioè la diffusone tradizionale”. 

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“Nelle sezioni (cultura, religione e internazionale) si alternano - aggiunge Vian - un laico e un cattolico: nella sezione religione vi sono un editorialista marocchino, Zouhir Louassini, Anna Foa, un protestante Marcelo Figueroa direttore dell’edizione argentina ed il cardinale Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, si alternano nello spazio del mese. Questo è risultato di un lavoro di squadra, e sono particolarmente grato alle colleghe del mensile”.

“La caratteristica del giornale - ribadisce concludendo il Direttore Vian - è l’apertura così come ci chiede il Papa stesso”.