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Caritas di Germania, l’amore del Vangelo contro la pandemia

Un colloquio con Mathilde Langendorf, addetta stampa della Caritas di Germania

Il camioncino della Caritas per le persone in difficoltà a Monaco  |  | Caritasverband München
Il camioncino della Caritas per le persone in difficoltà a Monaco | | Caritasverband München
Infermiere della Caritas in servizio  |  | Caritasverband Eichstätt
Infermiere della Caritas in servizio | | Caritasverband Eichstätt
Volontari al negozio sociale della Caritas a Lauf (Baviera) |  | Caritas Baviera
Volontari al negozio sociale della Caritas a Lauf (Baviera) | | Caritas Baviera

Dall’Italia l’impatto della cosiddetta quarta ondata di Covid-19 sulla Germania è vissuto come un crudo bollettino di numeri e percentuali: quanti nuovi infetti; quanti morti; quanti letti di terapia intensiva occupati. Le tabelle giornaliere nulla raccontano delle nuove forme di povertà originatesi dalla pandemia, dei posti di lavoro perduti, degli affitti non pagati, degli studi universitari abbandonati. Per la Caritas di Germania i numeri sono nomi e volti. Mathilde Langendorf, addetta stampa della Caritas di Germania, racconta ad Acistampa la pandemia tedesca, vista dalla trincea. 

Signora Langendorf, secondo dati recenti di OXFAM, ci sono 163 milioni di poveri in più nel mondo a causa della pandemia di Corona virus. In che modo il Covid-19 ha esacerbato situazioni preesistenti di povertà e fragilità in Germania?

Sono senz’altro emerse nuove forme di precarietà, per esempio tra i lavoratori autonomi, come le persone che lavorano come freelance nell’industria degli eventi (tecnici delle luci o di scena), nella scena artistica (fotografi, musicisti), nelle professioni di servizio (massaggi o simili). Queste persone si sono viste crollare il terreno sotto i piedi. Lo stesso vale per gli studenti che hanno perso il lavoro, per esempio nei bar. Lo Stato ha reagito rapidamente, organizzando aiuti e intensificando il meccanismo di “lavoro a orario ridotto” (Kurzarbeit, ndr) per i dipendenti. Ma, da un lato, l’aiuto non poteva e non può compensare tutte le perdite di reddito. Dall’altro, molte persone sono cadute nell’abisso anche dal punto di vista psicologico, quando i loro mezzi di sussistenza sono venuti a mancare”. 

Cosa si è rotto nel meccanismo di assistenza?

Per le persone che ricevono prestazioni sociali, il problema non era tanto la perdita di reddito, quanto la difficoltà di comunicare con le autorità. Essere dipendenti dall’assistenza sociale in Germania significa sempre avere a che fare con un sacco di burocrazia. E gli uffici e le autorità erano difficili da raggiungere durante il lockdown, ma anche successivamente. É necessario un appuntamento e non si può andare lì spontaneamente. Il che è un grosso problema per molte persone. In generale, se ti trovavi già in una situazione di fragilità – senza una casa, conflitti in famiglia, difficoltà d’integrazione o problemi linguistici, lacune a scuola o nella formazione, problemi di dipendenza - allora la probabilità che questi problemi si siano aggravati nella pandemia è molto alta”.

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Questo che ripercussioni ha avuto sul vostro lavoro?

Be’, per esempio abbiamo visto nei centri di consulenza sul problema dei debiti, persone che prima non conoscevamo come clienti, per esempio lavoratori autonomi”. 

Cosa ricorderà di questo periodo di pandemia, che pensa possa riassumere bene cosa è successo.

Nel primo lockdown tra marzo e maggio 2020, i consultori Caritas hanno dovuto chiudere da un giorno all’altro. Molti hanno cercato di rimanere accessibili per telefono o digitalmente per le persone in difficoltà. Ma chi è alla ricerca di un aiuto o un consiglio, il contatto umano è molto importante. Alcuni colleghi hanno quindi introdotto le passeggiate di consulenza: il consulente e la persona in cerca di supporto si sono incontrati durante una passeggiata e hanno discusso i problemi. Era una soluzione d’emergenza, ma da allora questo metodo si è affermato ed è ancora usato in certi posti”. 

Come si diventa poveri in Germania, uno dei paesi europei con il più basso tasso di disoccupazione (5,3% a novembre 2021)?

In Germania, c’è un’alta probabilità di aver ereditato la propria povertà. In pochi paesi dell’OCSE la correlazione tra origine sociale e opportunità educative è così grande. E l’istruzione, come ovunque, è decisiva per il reddito e la ricchezza. Il basso tasso di disoccupazione del nostro Paese non deve nascondere il fatto che i salari sono bassi in molti settori. Solo nel 2015 è stato introdotto il salario minimo. Molte persone, soprattutto molte donne, lavorano part-time. Altre rimangono disoccupate per molto tempo e non hanno quasi nessuna possibilità di rientrare nel mercato del lavoro. Come in altri paesi, la povertà è raramente limitata alla povertà di reddito. Spesso si aggiungono problemi di salute, di alloggio, difficoltà emotive, che rendono la povertà una spirale dalla quale è molto difficile uscire. Tutto questo nonostante uno stato sociale funzionante, in uno dei paesi più ricchi del mondo”. 

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In che misura e in che modo il Vangelo o l’insegnamento della Chiesa cattolica ispirano le azioni di Caritas di Germania? 

Chiunque e tutti coloro che sperimentano il bisogno - materiale, sanitario, psicologico, spirituale - dovrebbero sentirsi accolti alla Caritas e ricevere il sostegno e l’aiuto di cui hanno bisogno. Questa apertura senza pregiudizi si nutre direttamente dell’amore per il prossimo esemplificato nel Vangelo”.