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Caritas Sant’Antonio 2021, "una Chiesa al femminile" in aiuto alle periferie del mondo

Ha il segno “più” il resoconto 2021 di Caritas Sant’Antonio, la onlus di solidarietà dei frati della Basilica di S. Antonio di Padova

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Ha il segno “più” il resoconto 2021 di Caritas Sant’Antonio, la onlus di solidarietà dei frati della Basilica di S. Antonio di Padova.

A riportare il resoconto è il Messaggero di Sant'Antonio.

Lo scorso anno in tutto il mondo, attraverso i molti partner locali dei frati del Santo, sono stati sostenuti 116 progetti (106 nell’ambito dell’attività ordinaria della onlus e 10 legati al progetto “Antonio 20-22”) in 36 Paesi di quattro continenti (Africa, America, Asia ed Europa) per quasi 4 milioni di euro totali, con un aumento di circa 700mila euro rispetto al 2020.

L’emergenza Covid ha creato nuovi poveri anche in Paesi come l’Italia, dove 10 “progetti speciali”, collegati ai centenari antoniani e al progetto “Antonio 20-22” (che ha l’obiettivo di ravvivare la devozione per sant’Antonio nei luoghi della nostra penisola che lo hanno accolto otto secoli fa), sono stati destinati al sostegno di realtà regionali che si occupano di emarginati, compito ancora più gravoso in tempo di pandemia: 100mila euro totali per 10 microprogetti.

Questa la distribuzione delle risorse dell’attività ordinaria di Caritas Sant’Antonio per continente sempre riportata dal Messaggero: 48,65% Africa con 1.939.150 euro per 71 progetti; 33,86% Europa con 1.254.995 euro per 12 progetti (dal computo sono esclusi i 10 interventi nell’ambito del progetto “Antonio 20-22” sopra descritti); 12.34% Asia con 493.750 euro per 13 progetti; 5,15% America latina per 206.200 euro per 10 progetti.

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Globalmente il Paese che ha ricevuto più finanziamenti è stata l’Italia con 1.203.395 euro per 10 progetti (esclusi interventi del progetto “Antonio 20-22”), il secondo la Repubblica Democratica del Congo con 414.700 euro per 20 progetti.

Per quanto riguarda la tipologia di intervento, il maggior numero di progetti ha riguardato la scuola, ma ad assorbire più risorse sono stati in generale quelli comunitari di “promozione umana” che comprendono l’accesso all’acqua potabile, la costruzione di centri di accoglienza, l’accesso alla salute, molti di questi nelle zone rurali dell’Africa dove manca tutto.

Da segnalare la tendenza all’aumento delle referenti donna dei progetti in terra di missione. Su 94 referenti totali, 39 sono donne, di cui 32 religiose, in maggioranza suore africane, e 7 laiche. La Chiesa al femminile si dimostra "un’importante leva di sviluppo".