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Come raccontano il Natale gli scrittori e gli artisti ?

Simone Varisco parla del Natale tra letteratura e pittura

Un dettaglio della copertina del libro  |  | Ancora Un dettaglio della copertina del libro | | Ancora

Per il periodo natalizio l’editore ‘Ancora’ propone il libro ‘Natale fra pittura e letteratura’, a cura di Simone M. Varisco e don Paolo Alliata, che presenta 10 opere d’arte pittorica e brani di autori della letteratura, diverse fra loro per stile, tempo, storia e spazio, ma accomunate dal desiderio di ‘carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme’. 

Attraverso la bellezza, artisti e scrittori di ogni epoca hanno raccontato una storia; ed anche ‘la storia’, quella della Salvezza. Alcuni l’hanno definita ‘Biblia pauperum’, una “Bibbia per i poveri” impressa su pietra e vetrate di chiese e monasteri, quando le immagini erano in grado di trasmettere un messaggio più e meglio della parola scritta: “Da Vasari a Murillo, da Pellizza da Volpedo a Gauguin e altri ancora, una sorta di agile ‘breviaro’ immagini che colpiscono lo sguardo insieme alle parole di Chesterton e di Primo Levi, di Tomasi di Lampedusa a Etty Hillesum, che accompagnano i passi evangelici che raccontano i giorni dell’attesa della nascita di Gesù: si aprono così inediti orizzonti di meditazione, paesaggi interiori forse inesplorati”, come racconta Simone Varisco, storico e ricercatore.

A lui chiediamo di spiegarci il motivo per cui pittori e scrittori narrano il Natale: “Se volessimo interpellare la storia, dovremmo forse rispondere a causa, anche, dell'interesse dei committenti del tempo, che erano per lo più di ambiente ecclesiale. Questo è vero soprattutto per gli artisti delle arti figurative: molte delle opere d'arte sacra, anche in tema di Natale, vennero pensate per i luoghi di culto o la devozione personale. In realtà, c'è molto di più, e lo dimostra la varietà dei dipinti che proponiamo nel libro, con scelte nulla affatto scontate. Il Natale, quello vero, è un grande aggregatore di opposti: ci parla di nascita e di morte, quella prefigurata in croce, di rifiuto e di tenerezza, di ricchezza e di povertà, di semplicità e di mistero, di qualcosa di atteso eppure di straordinariamente nuovo e diverso. E’ impossibile non rimanerne catturati, anche solo come esseri umani. Tanto più come scrittori e pittori”.

Cosa è il Natale nel mondo dell’immagine?

“E’ davvero tante cose, e l'immagine è un veicolo straordinariamente efficace per dare loro forma. Ci sono scelte stilistiche che si ripetono uguali a se stesse nel tempo: pensiamo, ad esempio, alla ‘luce’ che si irradia da Gesù in fasce in così tante opere d'arte, e in molti presepi! A suo modo, un vero classico. Al contrario, ci sono artisti che mirano a stupire, talvolta con scelte ‘di rottura’ o provocatorie. E’ questo un tratto di alcune opere dell'arte moderna o contemporanea, ad esempio. Ma il Natale, come scriviamo anche nel libro, è esso stesso un’immagine molto potente, in grado di toccare le corde profonde dell’umano”.

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Papa Francesco ha detto che il Natale è dare gloria a Dio: in quale modo gli artisti e gli scrittori hanno dipinto o raccontato questa gloria?

“Nei modi più disparati. Talvolta hanno narrato la gloria di Dio, in altri casi quella del mondo o la propria. Difficile, a volte, separare le cose. Nel rappresentare il Natale, infatti, ogni autore mette sulla tela o sulla carta se stesso e il proprio mondo: contraddizioni, speranze, dolori, ricordi, generosità, egoismi. E naturalmente la fede, anche quella negata. Basti pensare alla distanza di stile e di orizzonti che separa (o forse no) la Natività polinesiana di Gauguin dall'Adorazione dei pastori radicalmente spagnola di Murillo. O la poesia sofferta di Rilke dalla filosofia in prosa di Tomasi di Lampedusa”.

Ed oggi in quale modo è possibile ‘raccontare’ il Natale?

“Disponiamo di una molteplicità di strumenti e di linguaggi: ne è un esempio questo libro, nato digitale da due rubriche del blog Caffestoria.it e in seguito approdato sulla carta. Questo rende, contemporaneamente, molto facile e molto difficile raccontare il Natale. Facile, perché il Natale è un messaggio realmente universale: divinità, maternità e mistero sono aspetti comprensibili ad ogni persona e comuni pressoché ad ogni cultura. Anche da qui, l'attualità del Natale, che non verrà mai meno. Ma è, al contempo, difficile raccontarlo, perché, pur nella sua potente forza evocativa, il Natale cristiano è un sussurro, una brezza leggera dentro una donna e un villaggio della Galilea: non è vento, fuoco o terremoto perché in giornate distratte come quelle che viviamo ci si fermi ad ascoltare”.