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Cor Unum: l’impegno contro la crisi umanitaria in Siria e Iraq

Il campo profughi di Mar Elia, Iraq |  | CNA Il campo profughi di Mar Elia, Iraq | | CNA

Il conflitto in Siria e Iraq ha prodotto una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi decenni ed è al centro dell’attenzione internazionale. Giovedì 29 settembre si terrà la quinta riunione sulla crisi umanitaria siriana e irachena promossa dal Pontificio Consiglio “Cor Unum”. L’incontro, al quale hanno dato la loro adesione circa 40 organismi di carità cattolici, oltre ai rappresentanti degli episcopati locali, di Congregazioni religiose che operano nell’area del Medio Oriente, e ai Nunzi Apostolici in Siria e Iraq, sarà aperto alle ore 9.30 dall’Udienza con il Papa.

“E' una missione sul campo che vede la Chiesa cattolica in prima linea con un investimento 207 milioni di dollari per il solo 2015" afferma monsignor Giampietro Dal Toso, segretario del Pontificio Consiglio Cor Unum che in un’intervista rilasciata all’Osservatore Romano fotografa l'azione caritativa della Chiesa cattolica in quel difficile contesto.

“Anzitutto inizieremo dalle indicazioni che darà il Papa – afferma mons. Dal Toso nell’intervista - toccherà poi al cardinale segretario di Stato Pietro Parolin fare il punto della situazione. Ci sarà anche un confronto faccia a faccia con Staffan de Mistura, inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per la Siria. Poi gli ottanta partecipanti all'incontro si riuniranno in gruppi di lavoro per delineare i progetti concreti da portare avanti insieme”.

Obiettivi della riunione, si legge nel comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede, in continuità con il percorso intrapreso negli ultimi quattro anni, sono di “tracciare un bilancio del lavoro svolto finora dagli organismi caritativi cattolici nel contesto della crisi, condividendo le risposte della Chiesa alla situazione umanitaria; discutere le criticità emerse e individuare le priorità per il futuro; analizzare la situazione delle comunità cristiane residenti nei Paesi colpiti dalla guerra, promuovendo la sinergia tra le Diocesi, le Congregazioni religiose e gli organismi ecclesiali”.

La Santa Sede, oltre all’attività diplomatica, partecipa attivamente ai programmi di aiuto e assistenza umanitaria. La rete ecclesiale – sempre secondo lo stesso comunicato – “ha raggiunto nel biennio 2015-2016 oltre 9 milioni di beneficiari individuali, mobilitando circa 207 milioni di dollari (anno 2015) e 196 milioni di dollari (anno 2016 aggiornato a luglio). Dal 2011 la crisi avrebbe provocato oltre 300 mila vittime e 1 milione di feriti. Attualmente sono più di 13,5 milioni le persone bisognose di aiuto in Siria e oltre 10 milioni in Iraq; i rifugiati interni sono 8,7 milioni in Siria e più di 3,4 milioni in Iraq, mentre 4,8 milioni sono i rifugiati siriani in tutta l’area del Medio Oriente, in particolare in Turchia, Libano e Giordania”.

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“Sappiamo bene – continua mons. Dal Toso nell’intervista - le enormi difficoltà di un lavoro caritativo in prima linea. Per questa ragione consideriamo una priorità dare una formazione specifica adeguata al nostro personale. Tra giugno e luglio, il pontificio consiglio Cor Unum, proprio in risposta a una sollecitazione presentata un anno fa alla riunione di coordinamento, ha dato vita in Libano a un seminario per chi lavora in Siria in questo settore: ai vescovi siriani e ai circa trenta operatori abbiamo suggerito indicazioni per affrontare le questioni pratiche dell'assistenza umanitaria e per realizzare i progetti di sviluppo”.