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Dalle diocesi, i sinodi delle Chiese locali in attesa di un sinodo nazionale ?

L'invito del Papa e la realtà della Chiesa in Italia

Il sinodo della Chiesa in Toscana  |  | pd Il sinodo della Chiesa in Toscana | | pd

E’ il 30 gennaio. Papa Francesco incontra i membri dell’Ufficio catechistico nazionale della Cei nel sessantessimo della sua istituzione e ricorda il convegno nazionale della Chiesa Italiana che si è svolto a Firenze cinque anni fa. “La Chiesa italiana deve tornare al Convegno di Firenze e deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi”, ha detto il Papa a braccio: “anche questo processo  sarà una catechesi.

Nel Convegno di Firenze c’è proprio l’intuizione della strada da fare in questo Sinodo. Adesso, riprenderlo: è il momento. E incominciare a camminare”. Una Chiesa che “si muove insieme, che si fa prossima, che ascolta. Una Chiesa – ha scritto il card. Gualtierio Bassetti, presidente della Cei in un editoriale per il quotidiano “Avvenire” - in cui la vera autorità è quella del servizio e che fa proprie, con affettuosa condivisione, le gioie e le speranze, i dolori e le angosce della famiglia umana”.

“Siamo chiamati – ha aggiunto – a una nuova responsabilità, da vivere con apertura di spirito e gioia che si rinnova e si comunica, avendo come riferimento l’Evangelii gaudium che va considerata una sorta di magna charta del nostro agire ecclesiale. Quindi tornare a Firenze non è un cammino a ritroso; non è una tappa indietro rispetto a un percorso intrapreso; non è semplice memoria di un evento. È qui che risiede lo scatto in avanti domandato a tutta la Chiesa italiana da papa Francesco”.

È tempo quindi di avviare questo processo “dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, con il coinvolgimento di tutto il popolo di Dio e, in particolare, dei laici”.  Nell’ultima riunione la Conferenza episcopale toscana si è soffermata sul discorso del Papa all’Ufficio catechistico nazionale e sul suo invito a “tornare al Convegno di Firenze” evidenziando che “le Chiese toscane si sono già mosse su questo solco” con il Convegno realizzato il 23 novembre 2019 presso la Facoltà teologica dell’Italia Centrale e promosso dalla Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali, dal titolo “Umiltà, disinteresse e beatitudine.

Un vocabolario per ricostruire il futuro”. I vescovi si sono detti pronti ad “intraprendere con entusiasmo questo cammino, individuando i passi che possano coinvolgere le Chiese locali in stile sinodale”. È a tutti “evidente” che il discorso del Papa costituisce “la via maestra che ha voluto indicare alla Chiesa italiana.

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Ed è altrettanto evidente che papa Francesco sente di dover sollecitare la nostra Chiesa a entrare con decisione su questa strada”, dice al settimanale delle diocesi toscane “ToscanaOggi” l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori: “noi nell’arcidiocesi fiorentina siamo da quattro anni in un Cammino Sinodale che ha a tema proprio il discorso del Papa e la Evangelii gaudium, di cui egli ha chiesto, per così dire, una traduzione in chiave italiana”. Il Sinodo a cui il Papa “ci esorta è un’esperienza di attivazione dinamica della vita ecclesiale, per superare le forme cristallizzate di una pastorale che non intercetta più il cambiamento culturale e sociale”, sottolinea il porporato nell’intervista al direttore del giornale Domenico Mugnaini: al Papa “interessa che il processo del Sinodo abbia sì una dimensione nazionale, cioè coinvolga tutte le Chiese in Italia, ma non sia un fatto di vertice”. 

Intanto in alcune diocesi il sinodo diocesano è stato avviato ed in altre ci si prepara. Per il protrarsi della emergenza pandemica, l’inizio nella diocesi di Savona-Noli è stato rimandato dal vescovo, Calogero Marino. L’assemblea sinodale si insedierà in occasione della Messa della vigilia di Pentecoste, che il presule presiederà in Cattedrale. Tra aprile e maggio  si svolgeranno, nelle quattro vicarie della diocesi, le assemblee elettive per designare i candidati laici. La prima sessione del Sinodo si svolgerà l’11 e il 12 giugno. Il sinodo è entrato nel vino nela diocesi calabrese di Oppido Mamertina-Palmi con una liturgia che dopo la proclamazione del Vangelo e l’omelia del vescovo, Francesco Milito, ha visto la professione di Fede dei membri del Sinodo.

Nell’omelia, dopo aver spiegato l’importanza del Sinodo, Milito ha sottolineato come esso
si configura come “scuola ed educazione al senso della Chiesa, partendo dal senso della fede, anche per captare a che punto è oggi nell’uomo della Piana-aspromontana il senso soprannaturale della fede”.  Il Sinodo - ha proseguito il vescovo – “diventa anche esperienza di fede personale, comunitaria, più cosciente. Esplode in fede missionaria, animante tutta la Catechesi”. A Padova il vescovo, Claudio Cipolla, ha costituito la Segreteria del Sinodo alla quale affida il “compito di addentrarsi dettagliatamente e di dare ordine a tutti i vari aspetti inerenti la celebrazione del Sinodo diocesano”.