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Dalle diocesi, i vescovi italiani aiutano i fedeli a rendere bello il Natale 2020

Indicazioni per la preghiera in famiglia e per come avvicinarsi ai sacramenti

Preparare il Natale  |  | Diocesi di Roma Preparare il Natale | | Diocesi di Roma

Ci prepariamo ad un Natale “inedito” e nelle  diocesane italiane i vescovi si interrogano su come accompagnare le comunità in questo tempo “forte” per i fedeli. Nelle settimane scorse si è aperto un dibattito sulle celebrazioni eucaristiche della Vigilia e del giorno di Natale dovute soprattutto alle misure che il Governo ha preso per contrastare la diffusione del virus che purtroppo è ancora presente.

In questa settimana i Vescovi del Triveneto si sono ritrovati, in video conferenza, per fare il punto e per  confermare  “vicinanza, sostegno e solidarietà alle persone, alle famiglie e alle comunità più colpite e messe a dura prova dall’attuale situazione di pandemia” oltretutto aggravata anche dal maltempo che ha flagellato vari territori. L’invito è stato quello di preparare e “vivere con fede e speranza ed anche la necessaria prudenza” i prossimi giorni del Natale che definiscono “inediti” per cogliere soprattutto “l’opportunità di apprezzare il carattere fondamentale e il cuore essenziale della fede cristiana, che è incontro autentico e sempre nuovo con il Dio che in Gesù Cristo si fa Bambino, assume anche le povertà e le fragilità dell’uomo e ridona a tutti il senso della comune umanità e fraternità”.

I vescovi del Triveneto hanno espresso la loro “preoccupazione circa l’effettiva possibilità per molti fedeli – causa il protrarsi della pandemia – di accedere al sacramento della confessione nella tradizionale forma ‘individuale’, per una serie di oggettive difficoltà ed anche per evitare altri contagi e mettere ad ulteriore rischio la salute dei fedeli e dei ministri del Sacramento”.

 

E dopo una consultazione con la Penitenzieria Apostolica, hanno quindi convenuto che tale situazione di pandemia possa “configurare quei casi di grave necessità previsti dal Diritto Canonico e tali da portare, ad esclusivo giudizio del Vescovo diocesano e secondo modalità da lui stabilite, a valorizzare e rendere praticabile la cosiddetta ‘terza forma’ del rito della confessione con assoluzione comunitaria e generale, sia per gli adulti che per i bambini e i ragazzi. Tutto ciò è nell’intento di valorizzare la dimensione cristiana del Natale”. Ciò potrà avvenire in un tempo ben determinato e limitato (dal 16 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021), avendo cura di separare la celebrazione penitenziale comunitaria dalla celebrazione dell’Eucaristia ed accompagnando il segno sacramentale con “un’adeguata catechesi e opera di formazione che metta in rilievo la straordinarietà della forma adottata per il sacramento, il dono del perdono e della misericordia di Dio, il senso del peccato e l’esigenza di una reale e continua conversione con l’invito a vivere – non appena sarà possibile – il sacramento stesso nelle modalità e forme tradizionali e ordinarie (confessione individuale)”, spiegano in una nota.

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Le prossime festività natalizie ci trovano ancora coinvolti in una situazione sanitaria preoccupante e seria, evidenziano in un messaggio i vescovi della Calabria evidenziando che la situazione ha scombinato abitudini e messo in discussione “convinzioni che sembravano ormai radicate in ciascuno, sia livello sociale sia a livello ecclesiale. Come Chiesa – scrivono -  che vive nella storia e nel tempo, sentiamo di esprimerci a vicenda una prossimità che, attingendo alla fede nel Signore risorto, sia di consolazione e di illuminazione”. E in vista del Natale i presuli calabri avvertono “la responsabilità di continuare a mantenere vivo il senso autentico dello spirito cristiano. Lo facciamo senza sottrarci alle leggi civili che, in questo contesto pandemico, sono state previste per il bene della collettività. Ma siamo anche ben convinti, che l’obbedienza alle leggi dello Stato come buoni cittadini, possa essere inglobata all’osservanza delle norme liturgiche che, provenienti dalla sapienza e dalla tradizione della Chiesa, ci permettono di viverne pienamente lo spirito, non da meri esecutori di rubriche, bensì con l’inserimento pieno nelle fede vissuta dalla Chiesa”. E dopo aver illustrato le principali celebrazioni del Natale la proposta della preghiera in famiglia in alcuni momenti particolari come durante l’inaugurazione del presepe “che può dare luogo a un momento di preghiera di tutta la famiglia: preghiera che comprenda la lettura del racconto lucano della nascita di Gesù, in cui risuonino i canti tipici del Natale e si levi la supplica e la lode, soprattutto dei bambini, protagonisti di questo incontro familiare”.  In questo – scrivono - la “nostra” cultura calabrese “registra e conserva dappertutto una preziosità e una ricchezza di segni, di testi poetici e letterari, di canti in vernacolo, di musiche dolcissime, di melodie con gli strumenti legati al mondo della pastorizia, di arti plastiche, tutte veramente stupende che attingono le cime di una spiritualità pura e genuina, sempre evocatrice di sentimenti di una vita possibile e più buona”. E poi l’inaugurazione dell’albero di Natale da preparare insieme e dove porre tra i doni “il dono per i poveri: essi fanno parte di ogni famiglia cristiana” e “quest’anno dovremmo essere un po' più generosi per le accresciute situazioni di povertà e di bisogni”. 

 

L’invito a lasciarci raggiungere dall’annuncio che ha “percorso i secoli di storia in modo che la celebrazione diventi per ognuno di noi un dono di pace e di gioia, poiché come Chiesa siamo invitati a celebrare la lode per il compimento delle promesse d’amore di Dio. Sorretti da queste considerazioni, siamo sicuri che sapremo interiorizzare e farle nostre cosicché la Messa vespertina nella vigilia ci faccia gustare pienamente la gioia del Natale, che si esprime già nel canto del Gloria e in tutti i riferimenti alla solennità”. E sulla celebrazione della Messa nella notte di Natale, i Vescovi invitano i presbiteri ad attenersi alle indicazioni del Consiglio Permanente della CEI che si è svolto la settimana scorsa. Campane a festa nelle diocesi siciliane. I vescovi propongono, come “segno di gioia natalizia e di comunione, il 24 dicembre, a mezzanotte, in tutte le chiese” il suono delle campane a festa e propone “che in ogni famiglia a mezzanotte sia vissuto un breve momento di preghiera, tramite un testo che ogni ufficio liturgico diocesano predisporrà, che preveda, certamente, l’inno del Gloria e lo svelamento del Bambinello del presepe”. I vescovi dell’Isola augurano che “il periodo delle festività sia vissuto nella gioia che si sperimenta nella contemplazione della nascita del Bimbo di Betlemme e nell’impegno perché tutti possano gioire e ricevere il lieto annuncio della salvezza” e raccomandano che questo periodo di feste sia “vissuto nel rispetto diligente delle indicazioni per il contenimento del virus”.