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Dalle diocesi, i vescovi sostengono gli studenti per gli esami di fine anno

Ai giovani l'invito a non affidare la propria vita alla causalità

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Gli studenti di ogni ordine e grado delle scuole italiane preparano le loro vacanze dopo un anno di lavoro intenso. La prossima settimana è prevista, infatti, la chiusura dell’anno scolastico: ancora qualche settimana, invece, per chi dovrà affrontare gli esami finali della scuola secondaria di primo grado e quelli che dovranno sostenere gli Esami di Maturità. In questi giorni gli studenti stanno ricevendo anche alcuni messaggi da parte dei vescovi mentre gli uffici della pastorale scolastica e universitaria stanno promuovendo iniziative culturali nei propri territori.

“Molti di voi stanno concludendo un ciclo di scuola o di Università, e poi dovranno inserirsi nel mondo del lavoro o fare scelte vocazionali. La festa di Pentecoste ci ricorda che scegliere non è facile, o quanto meno non è automatico”, ha scritto il vescovo di Teramo-Atri, Lorenzo Leuzzi, in una lettera ai giovani aggiungendo che molti “vorrebbero evitare di scegliere affidandosi al caso o alla lotteria. Dobbiamo invece aprici alla novità! La novità della vita è sintesi di preparazione e di partecipazione e non pura casualità”. Ai giovani che dovranno costruire il proprio futuro, il vescovo ricorda che essere “sapienti e intelligenti non è sinonimo di superiorità che talvolta si manifesta in forme di presunzione. È invece la via per essere umili e semplici costruttori”: “avere progetti non significa possedere la certezza che tutto andrà bene! È invece la gioia di saper affrontare le situazioni con speranza. Ma ciò richiede sapienza e intelligenza. Sono i doni dello Spirito Santo, di cui ha bisogno l’umanità che deve vivere non nell’utopia, ma nella realtà della vita, come ci ricorda spesso papa Francesco”.

Il vescovo di San Marco-Argentano-Scalea, Stefano Rega,  in prossimità della conclusione dell’anno scolastico, si è rivolto, con un messaggio, ai dirigenti scolastici, ai docenti, ai collaboratori scolastici e agli alunni di ogni ordine e grado delle scuole nel territorio sottolineando l’importanza dell’educazione in questo contesto storico, in cui “la cura delle nuove generazioni diventa un imperativo”. La scuola, secondo il vescovo, è il luogo in cui si costruisce il futuro della società, ponendo al centro l'attenzione e la dedizione alla persona, sia a livello individuale che collettivo. Poi la gratitudine agli insegnanti, riconoscendo il loro prezioso servizio per la crescita delle nuove generazioni sottolineando che il loro esempio e l’impegno sono fondamentali per la formazione degli alunni. Grazie al loro lavoro, le famiglie possono consolidarsi in una crescita armoniosa, il tessuto sociale si rafforza e il futuro si arricchisce. Citando Don Lorenzo Milani, mons. Rega ricorda che l'insegnante deve essere un profeta capace di scrutare i segni dei tempi e di percepire dalle menti dei ragazzi le cose belle che diventeranno più chiare in futuro. Il presule rivolge un affettuoso saluto e ringraziamento anche ai collaboratori scolastici, sottolineando l'importanza del loro prezioso servizio nella tutela degli ambienti educativi.

Ai piccoli dell'asilo nido gli auguri per una crescita felice. Agli alunni e studenti delle scuole elementari, medie e superiori, affetto e vicinanza, augurando loro di mettere a frutto i doni e i carismi che Dio ha loro affidato, affinché possano servire un giorno la società. E l’incoraggiamento ad affrontare l'impegno nello studio e la fatica con passione e fiducia, coltivando relazioni mature con i compagni, con docilità verso gli insegnanti. E l’invito a “non perdere mai la speranza di realizzare i propri sogni e a impegnarsi nel coltivare desideri di bene.” In modo particolare, il vescovo calabrese invia un pensiero di sostegno agli studenti che si preparano per gli esami di maturità che sono le prove più impegnative prima di quelle universitarie.

Nella diocesi di Albano, alle porte di Roma, venerdì prossimo l’incontro promosso dalla Pastorale Universitaria sul tema “conTEsto. La scelta di essere”. Il vescovo Vincenzo Viva incontrerà gli studenti universitari, coloro che inizieranno l’università, i docenti e tutti coloro che frequentano l’ambiente universitario.  “Il nome ‘conTEsto’  - spiegano i promotori -  si presta a più interpretazioni strettamente legate fra loro. Un primo aspetto ci invita a essere attenti e sensibili alla circostanza e alla realtà in cui siamo inseriti, mentre un secondo ci invita a muoverci verso l’altra persona che condivide con noi la medesima circostanza e il medesimo tempo”. Un terzo aspetto invita a “contestare” tutto ciò che porta divisione, competizione, sfruttamento e inimicizia, mentre un ultimo aspetto invita a “dedicare tutti i nostri sforzi, la nostra ricerca e il nostro studio a incontrare e abbracciare il volto unico e autentico del fondamento ultimo della vita e della realtà tutta”.

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Nella diocesi di Venezia presentazione del concorso per aprire i ragazzi, attraverso i loro istituti scolastici, all’ecologia integrale ed allargare i loro orizzonti verso nuove progettualità per un futuro sostenibile. “La sfida vera è l’ecologia integrale”, ha detto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia. La proposta arriva dal movimento “Laudato Si”’ e la Pastorale giovanile del Patriarcato di Venezia, in collaborazione con il Dicastero per lo sviluppo umano integrale e con “Economy of Francesco” con l’obiettivo di coinvolgere tanti ragazzi delle scuole medie e superiori di tutto il Veneto. Si tratta del primo progetto educativo-sociale in Italia, frutto della collaborazione tra Patriarcato di Venezia e movimento “Laudato sii”, ispirato alla 49ª Settimana sociale dei cattolici, svoltasi a Taranto, sul tema:  “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”.

Moraglia ha indicato tre parole per affrontare al meglio il tema: la prima parola è “realismo”: “di fronte ai problemi umani e agli interessi di tutta la collettività credo che il realismo sia la caratteristica, la prospettiva e l’impostazione più giusta per trovare una convergenza e delle scelte comuni che possano tradursi anche in risultati concreti. Ma il realismo non basta. Ci vuole anche - ed ecco, subito, la seconda parola - il ‘rispetto’. Mi riferisco al rispetto della vita, dovunque c’è un palpito di vita. E anche per questo mi sembra fondamentale parlare di ‘ecologia integrale’. I nostri ecosistemi – l’atmosfera, gli oceani, le foreste, i bacini fluviali ecc. – devono essere guardati e incrociati con questa idea di rispetto per la vita, laddove c’è ogni minimo palpito di vita, dove c’è il palpito di vita iniziale (vegetali, animali, uomo). Papa Francesco delinea in un intero capitolo (il quarto) della sua enciclica Laudato si’ proprio la tematica dell’ecologia integrale”. L’ultima parola che “con le altre due può aiutare ad avviare questo concorso, questo cammino insieme, è ‘responsabilità’. È una parola importante e che dobbiamo assumere già nel momento in cui affrontiamo le prime questioni culturali e sociali della nostra vita perché la responsabilità non ci chiama mai fuori, anche se al momento possiamo fare poco o ci sembra di poter fare poco; quel poco che possiamo fare dobbiamo farlo con quel realismo e quel rispetto di cui dicevo prima”.