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Dalle diocesi, la fede non va in vacanza

I messaggi pastorali da Lecce, Novara, Oristano che non trascurano l’arrivo dei villeggianti e segnano una ripartenza dopo la pandemia

Duomo di Lecce | Il Duomo di Lecce con i turisti | Leccenelsalento Duomo di Lecce | Il Duomo di Lecce con i turisti | Leccenelsalento

Siamo ormai entrati in piena estate e in molte diocesi italiane sono attive diverse iniziative. In tante la presenza dei turisti diventa una occasione per una maggiore partecipazione ai diversi momenti. I vescovi, particolarmente quelli che hanno località di villeggiatura, hanno voluto accoglierli con messaggi di augurio e anche di invito a conoscere meglio la realtà.

“Sono lieto di salutarvi in questa nuova estate in cui le porte della città di Lecce e del Salento tutto si aprono per accogliervi e per svelarvi gli scrigni dei tesori di arte e cultura, di fede e tradizione”, scrive ai villeggianti del Salento l’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia.

“Per larga parte dell’anno ci siete mancati, ma ora siamo pronti a ripartire, riaccendendo la speranza nei nostri cuori. Lecce vi offre un’infinità di bellezze artistiche e religiose. La sua pietra, baciata dal sole – scrive - dona un colore sempre nuovo alle antiche costruzioni; ma anche nelle più fresche serate è suggestivo ammirare il nostro barocco, perché, mentre tutto era fermo, abbiamo pensato di dare una nuova illuminazione alle nostre chiese principali, così da poterle ammirare nei dettagli più nascosti”.

Il presule ricorda anche l’accoglienza della “nostra gente, i prodotti dell’artigianato, i sapori della nostra terra” con l’auspicio che “possiate trovare il tempo per mettervi in disparte e ritrovare la pace con voi stessi, con i fratelli e con Lui. Mentre le chiese restano aperte per tutto l’arco della giornata, ricordatevi che l’arte è una via per giungere a Dio, somma Bellezza, e il fascino del nostro territorio e del mare è un inno di lode all’Altissimo”.

Di nuovo ritorno, dopo due anni di assenza “forzata”, parla il vescovo di Novara, Francesco Giulio Brambilla, che si rivolge ai turisti che trascorreranno un periodo di vacanza nelle terre tra i fiumi Ticino e Sesia. Il “vostro” ritorno è “un segno di rinascita per noi, per la ripresa della vita dell’Italia, per la circolazione delle persone e delle culture in Europa. Questa regione del Belpaese viene incontro alla vostra ricerca di accoglienza, di serenità, di rinnovata voglia di cominciare”. “Con la simpatia delle persone di questi luoghi” mons. Brambilla augura, insieme alle comunità locali, “un soggiorno ristoratore, un momento di interiorità e fruizione delle bellezze create dalla natura e dallo spirito umano, un sereno incontro con l’ospitalità tipica dei nostri paesi e città. Troverete in queste terre l’accoglienza della nostra gente, il frutto della laboriosità locale, i prodotti dell’artigianato, i capolavori della cultura e del genio italiano, la ricchezza di una feconda tradizione religiosa popolare e la memoria di una storia gloriosa, che ha fatto da cerniera tra Lombardia e Piemonte”.

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“Spero - conclude - possiate incontrare comunità vive, accoglienti, capaci di dialogo, scambio e attenzione. E mi auguro possiate scoprire anche un luogo per mettervi ‘in disparte’ per trovare in modo nuovo se stessi, gli altri e Dio”.

In Sardegna l’arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba, Roberto Carboni, accoglie i turisti con “Siate i benvenuti tra noi!” e sottolinea che in questo tempo tutti “desideriamo vivere un tempo di serenità e di distensione, godendo della bellezza del mare o l’incanto della montagna, dell’arte e delle diverse proposte culturali delle città ma anche dei piccoli borghi dell’interno della Sardegna. Sebbene non sia ancora possibile darci una stretta di mano per esprimere la gioia di avervi tra noi, faremo comunque di tutto per farvi sperimentare relazioni autentiche e durature”. “Siamo lieti di accogliervi, dopo un anno difficile per tutti e segnato dalle limitazioni che ben conosciamo”, scrive: il “nostro desiderio è di aiutarvi a trascorrere i giorni della vostra vacanza a contatto con la natura, la ricchezza della nostra storia e delle nostre tradizioni e la gioia della fede che accomuna tanti fratelli e sorelle che non esiteranno a dare testimonianza della loro calda umanità”.
Il presule esprime “vicinanza” e “preghiera” per “tutti gli operatori che rendono possibile il turismo nella nostra Isola grazie alla loro professionalità e ai servizi messi in campo”.