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Dalle diocesi, la riflessione sulla giornata per la pace in ogni Chiesa locale

Il messaggio del Papa diventa occasione per i vescovi italiani di riflettere sul tema della pace

Giornata mondiale per la Pace |  | pd Giornata mondiale per la Pace | | pd

Il 1 gennaio si celebra la Giornata Mondiale della Pace che quest’anno giunge alla 53ma edizione. In Italia, a partire dal messaggio del pontefice, un momento di riflessione e una marcia per la pace nazionale  nella notte del 31 dicembre: ogni guerra si “rivela un fratricidio che distrugge lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana”, scrive il papa nel messaggio di quest’anno dal titolo “La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. “La guerra  comincia spesso con l’insofferenza per la diversità dell’altro, che fomenta il desiderio di possesso e la volontà di dominio. Nasce nel cuore dell’uomo dall’egoismo e dalla superbia, dall’odio che induce a distruggere, a rinchiudere l’altro in un’immagine negativa, ad escluderlo e cancellarlo”, aggiunge il pontefice evidenziando che “il desiderio di pace è profondamente inscritto nel cuore dell’uomo e non dobbiamo rassegnarci a nulla che sia meno di questo”.

Quest’anno la città scelta dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei, dall’Azione Cattolica Italiana, dalla Caritas Italiana e da Pax Christi è Cagliari. Agli organizzatori si uniscono  il Comitato promotore della Marcia della Pace in Sardegna e il Centro di Servizio per il volontariato “Sardegna Solidale”, che per oltre un trentennio hanno proposto tale iniziativa nell’Isola.  “Scelta non a caso, perché qui si sente forte il disagio sociale”, ha sottolineato mons. Franco Puddu, vicario generale e coordinatore del comitato organizzatore della Marcia nel presentare l'iniziativa assieme all'arcivescovo emerito di Cagliari e amministratore apostolico Arrigo Miglio (il nuovo arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, nominato recentemente da Papa Francesco, prenderà possesso della diocesi il 5 gennaio, ndr). La Marcia prenderà il via alle ore 17,00  da piazza San Michele: sul cammino ci saranno interventi e testimonianze per giungere presso la Basilica di Nostra Signora di Bonaria dove alle ore 22,00 si terminerà con la Santa Messa presieduta da Miglio. Ma prima la Marcia farà tappa in alcuni luoghi simbolo della città. Tra gli ospiti previsti il vescovo Luigi Bettazzi, don Luigi Ciotti e l’arcivescovo Filippo Santoro, presidente della Commissione Cei.

In vista del Natale, che si celebrerà mercoledì, continuano ad arrivare messaggi dei presuli alle comunità diocesane (di alcuni abbiamo dato nota la scorsa settimana, ndr) e molte le iniziative che vedono i vescovi  accanto alle persone più povere e bisognose.

Ieri a Napoli, il card. Crescenzio Sepe ha invitato poveri, senza dimora, immigrati, famiglie indigenti ad un momento di festa nella cattedrale. Iniziative analoghe in tante diocesi.

Forte e sentito è anche il tema del lavoro. La diocesi di Torino ha marciato in prima fila con il popolo dei lavoratori. L’arcivescovo, Cesare Nosiglia  sta visitando le fabbriche in crisi e martedì, 24 dicembre, celebrerà la S. Messa della Vigilia di Natale per continuare il percorso di vicinanza, solidarietà e presenza della Chiesa torinese nel mondo del lavoro. La Messa sarà celebrata presso il piazzale antistante all’azienda Ex Embraco, ora Ventures. La diocesi di Torino rivolge un invito particolare ai lavoratori, alle lavoratrici e alle loro famiglie, soprattutto quelle coinvolte nella crisi, per celebrare insieme la nascita di Gesù. Il tempo del Natale è “il momento dell’Incarnazione di Dio nella realtà umana e ricorderemo a tutti noi la venuta del Figlio di Dio attraverso l’immagine della mangiatoia”.  L’invito è esteso, oltre che ai lavoratori, alle lavoratrici e alle famiglie della Ventures, a tutte le altre aziende in crisi, in particolar modo quelle incontrate dall’arcivescovo nell’ultimo Biennio ma anche  a tutte le amministrazioni pubbliche e istituzioni del territorio metropolitano, alle organizzazioni sindacali in particolare quelle coinvolte direttamente dalle vicende e alla comunità cristiana diocesana.

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Il vescovo di Terni-Narni-Amelia, Giuseppe Piemontese, ha celebrato in questi giorni all’interno dell’Acciai Speciali Terni con i lavoratori e i familiari. “In tutta Italia – ha detto - da Taranto alla Sicilia, alla Sardegna, alla Lombardia, al Friuli, e altrove, oltre 160 tavoli  di confronto tra Governo e sindacati, cercano di affrontare e risolvere vertenze sindacali. Anche qui a Terni la gente, le famiglie e i lavoratori sono preoccupati per il clima di incertezza e di depressione guardando ai giovani che emigrano in cerca di lavoro, per le tante aziende e fabbriche in crisi e in stato di agitazione e per le tante vertenze sindacali in piedi dalle difficili prospettive di soluzioni. Noi non vogliamo perdere la speranza né la pazienza. Anzi, intendiamo ravvivare la nostra fiducia nel buon senso comune, nelle capacità di dialogo e di mediazioni non solo tra le varie parti in causa, ma anche con l’apporto di istituzioni politiche, economiche e finanziarie nazionali e sovranazionali per promuovere un ordine locale e mondiale più giusto e a beneficio dell’uomo”. Sempre in settimana il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, Francesco Milito, ha celebrato presso il Porto di Gioia Tauro. A Telese Terme, il vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti, Domenico Battaglia, ha celebrato presso l’azienda “Mangimi Liverini”: “stasera – ha detto il presule - voglio donarvi una benedizione. Quella benedizione che per voi significa ‘luce’: luce nella vostra vita, luce nel vostro cammino, luce nel vostro impegno. Quella luce che in qualche modo vi riconsegna anche la ‘speranza’: la speranza per non smarrirsi, per non arrendersi, per non stancarsi, quella speranza per continuare a guardare avanti, a lottare e a lottare anche insieme. Luce e speranza, insieme”. Mons. Battaglia si impegnerà, dalle prossime settimane, nella costituzione di un tavolo tecnico con le istituzioni e diversi rappresentanti delle realtà territoriali che rifletteranno soprattutto sul problema della disoccupazione.

Mondo del lavoro ma anche mondo del carcere nelle attività dei vescovi italiani: diversi i presuli che stanno visitando  in questi giorni i penitenziari e molto saranno coloro che vi celebreranno il giorno di Natale. A Reggio Emilia l’incontro è iniziato con il dialogo personale con un detenuto la visita del vescovo Massimo Camisasca. Dopo l’incontro, durato una trentina di minuti – riferisce il settimanale diocesano “La Liberà -  il vescovo si è recato nella cappella, dove l’aspettavano numerosi detenuti, per scambiarsi gli auguri e continuare la conversazione con tutti loro. Il presule ha ricordato che, sette anni fa proprio in questi giorni, il primo atto del suo ingresso nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla è stato quello di incontrare i detenuti, segno questo di una profonda vicinanza. Due Messe natalizie celebrate per i detenuti e il personale della Casa Circondariale di Spini di Gardolo nella diocesi di Trento da parte dell’arcivescovo, Lauro Tisi. “Stando tra voi veniamo provocati a uscire da quel carcere fatto di superficialità, banalità, frenetica routine che ci sta togliendo la vera libertà”, ha detto: “La Luce del Natale prende dimora ai margini della storia. Il suo habitat è con gli ultimi, i senza nome, i dimenticati. Dai margini viene la vita”. Visita in carcere anche da parte del vescovo di Cassano allo Ionio, Francesco Savino, nella Vescovo della Diocesi di Casa Circondariale di Castrovillari e celebrato con loro l’Eucarestia. Introducendo la celebrazione ha salutato tutti i detenuti affermando che “sono contento di essere qui con voi per celebrare la Nascita di Gesù, sono contento di essere in questa comunità. Ricordate che la società vi aspetta per una vita nuova, bella, legale, senza violenza”. A Firenze il card. Giuseppe Betori, lunedì 23 dicembre  inaugurerà un presepe artistico nel giardino del carcere di Sollicciano.  Un lavoro che ha visto coinvolti, per oltre un anno e mezzo, detenuti di diverse culture, estrazioni e religioni. Un presepe che resterà in mostra permanente.

Diversi anche gli incontri con gli immigrati presidenti nei territori diocesani. Domani, nel Duomo di Cosenza, celebrazione dell’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Francesco Nolè, con le comunità straniere del territorio su iniziativa dell’ufficio Migrantes. . “Vogliamo vivere il Natale come una grande famiglia umana”, è lo slogan dell’iniziativa. Oggi sarà, invece, l’arcivescovo emerito di Cagliari, Arrigo Miglio, ad accogliere, nell’aula magna del Seminario, gli immigrati presenti nel territorio diocesano. L’incontro è promosso dagli uffici Caritas e Migrantes della diocesi. E ancora a Trento una rappresentanza significativa delle varie Comunità islamiche presenti in Trentino ha espresso il desiderio di porgere “personalmente” gli auguri di Natale all’arcivescovo Lauro e, attraverso di lui, a tutti i fedeli della Diocesi di Trento. Questa mattina l’incontro che – spiega la diocesi - sarà all’insegna della semplicità: “uno scambio di auguri fraterno, che intende però ribadire le ragioni del dialogo, nel quale sia la parte cattolica, come la parte musulmana credono fermamente e per il quale rinnovano il rispettivo impegno”.

E ancora il mondo ospedaliero. A Lamezia Terme visita del vescovo, Giuseppe Schillaci, con i malati del reparto oncologia dell’ospedale. “Vengo con piacere qui in ospedale per tanti motivi ed anche perché dobbiamo difendere questo presidio affinché la Sanità abbia il posto che merita”. Il presule ha ringraziato gli operatori “per la cura che avete tutti in questa realtà e dovete fare del vostro meglio. Dio – ha proseguito – è con noi e, quindi, viviamo la nostra esistenza con l’essere con gli altri. E viviamola questa solidarietà”.

Una presenza, quella dei vescovi, importante e segno di vicinanza – come dimostrano i tanti incontri di questi giorni e non solo -  di una Chiesa viva che annuncia.