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Dalle diocesi, si prepara la Assemblea generale di vescovi italiani

Uno dei temi in discussione il "fine vita"

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“In ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Passi verso il discernimento”. Sarà questo il tema della prossima assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana che si svolgerà dal 22 al 25 maggio a Roma. A poche settimane da questo appuntamento i vescovi di alcune regioni ecclesiastiche italiane si sono ritrovati per discutere dei principali problemi nei propri territori.

I presuli del Triveneto si sono ritrovati a Zelarino per discutere di fine vita, cura dei preti in difficoltà, accoglienza ai migranti e della prossina Giornata Mondiale della Gioventù  che si svolgerà a Lisbona. I vescovi hanno dedicato una parte dei lavori alle questioni del fine vita, anche alla luce del dibattito di carattere legislativo in corso sia a livello regionale che nazionale, riproponendosi di “continuare a seguire da vicino il tema e confermando, innanzitutto, la vicinanza e la solidarietà concreta da offrire a persone e famiglie in ogni fase della vita, anche e soprattutto nei passaggi più travagliati e dolorosi. Nessuno, infatti – scrivono in una nota - va mai lasciato solo, ma va sempre accompagnato e sostenuto, in particolare attraverso il maggiore ricorso alle cure palliative, oggi sempre più efficaci e fruibili, ed anche potenziando il sistema di strutture che le possono garantire”. Nello stesso tempo i vescovi del Nord Est italiano ribadiscono il no ad ogni forma di accanimento o abbandono terapeutico. Importante, su tali temi, è “creare e consolidare un terreno comune di sensibilità e attenzione al bene e alla vita per favorire l’aiuto, l’accompagnamento e il sostegno in ogni situazione e senza dover cedere - anche per via di legge - a differenti forme di eutanasia o suicidio assistito”. I vescovi si sono, poi, confrontati e aggiornati riguardo l’accoglienza dei migranti, in riferimento alle ultime richieste pervenute in queste settimane da molte Prefetture di mettere a disposizione strutture a tale scopo. Sul campo dell’accoglienza – “fenomeno ormai consolidato e non più da trattare solo a livello di emergenza” - è stato ribadito l’impegno concreto e la disponibilità che, da tempo, le Chiese di questa Regione mettono in campo su diversi fronti (dalla rotta balcanica ai profughi dell’Ucraina e alle vecchie e nuove povertà locali) e che intendono riconfermare “nell’ottica di un’accoglienza diffusa, rispettosa della dignità di chi viene accolto e delle comunità locali, sempre in accordo e con il coinvolgimento di istituzioni civili, pubbliche amministrazioni ed altre realtà dei territori interessati. Spazio anche alla cura dei sacerdoti con difficoltà confrontandosi su luoghi, percorsi e modalità di accompagnamento per affrontare le differenti situazioni di fatica e difficoltà che possono toccare i presbiteri durante il loro ministero. E in merito alla Giornata Mondiale della Gioventù è previsto un incontro regionale a Padova il 17 giugno al quale parteciperanno, insieme ai vescovi, gli oltre 6.000 giovani che dalle regioni del Nord Est parteciperanno in Portogallo all’incontro con il Papa. A Cosenza si sono ritrovati i vescovi della Calabria che hanno rivolto un “pensiero augurale” a vescovo eletto di Valle della Lucania, il calabrese Vincenzo Calvosa della diocesi di Cassano allo Jonio. Durante i lavori i presuli calabri hanno ricordato l’incontro del 27 marzo scorso con papa Francesco insieme ai Seminaristi e ai formatori della Calabria e hanno riflettuto in maniera “articolata” e “approfondita” sulle indicazioni, le implicazioni e le prospettive che da quell’incontro sono derivate. Questa riflessione – dicono i vescovi – “non esaurita”, è stata il tema principale dell’intera assemblea perché apre “nuovi orizzonti e nuove sfide”, in un tempo in cui la formazione dei presbiteri è oggetto di riflessione per tutti i vescovi italiani, in vista dell’approvazione della Nuova Ratio. Parlando, poi, della prossima Giornata mondiale della gioventù (Gmg) di Lisbona è stato comunicato che i giovani calabresi già iscritti all’evento presso la Consulta Regionale di Pastorale Giovanile sono 250, ma parteciperanno anche tanti altri che fanno riferimento a movimenti ecclesiali, gruppi religiosi e parrocchie. Lunedì a Bologna si ritroveranno i vescovi dell’ Emilia Romagna. Altre conferenze episcopali regionali si incontreranno nei prossimi giorni.

In Sicilia nascerà presto un “Osservatorio permanente sulla diffusione della legalità”, con sede a Palermo, presso la Conferenza episcopale siciliana, composto da cinque esperti nominati dai vescovi e cinque nominati dalla Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia. Oltre all’osservatorio nasceranno anche due nuovi centri di aggregazione per ogni diocesi, ai fini della diffusione della cultura della legalità e della solidarietà. I dettagli nel protocollo d’intesa stipulato dal vescovo di Acireale e presidente dei vescovi siciliani,  Antonino Raspanti e  Antonello Cracolici, Presidente della commissione Antimafia della regione. Sconfiggere un fenomeno radicato come la mafia – ha detto Raspanti – esige che le forze in campo collaborino tra loro e facciano rete per creare fermento culturale. E’ un problema di mentalità che richiede una ferma presa di posizione da parte di tutti, per questo abbiamo lavorato per una collaborazione che sia sistemica e non episodica con la commissione regionale Antimafia”. Nella regione ecclesiastica di Piemonte e Valle d’Aosta è stato costituito il Consiglio delle Chiese cristiane. “Ponendosi in dialogo con le comunità locali delle Chiese aderenti, con le altre confessioni e denominazioni cristiane, con i credenti di altre religioni e con le istituzioni pubbliche, il Consiglio si prefigge innanzitutto di testimoniare insieme il Vangelo di Gesù Cristo nell’oggi della storia”, si legge in una nota aggiungendo che il Consiglio “cercherà risposte condivise ai problemi religiosi ed etici che interpellano la fede cristiana, favorendo così un prezioso scambio di doni con gli uomini e le donne del nostro tempo, fratelli e sorelle in umanità in quella porzione di “casa comune” che sono le nostre due Regioni”.

 

 

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