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Diocesi di Faenza, una consulta di giovani per il Sinodo

Consulta dei Giovani | Il primo incontro della Consulta dei Giovani nella diocesi di Faenza - Modigliana | Diocesi di Faenza - Modigliana Consulta dei Giovani | Il primo incontro della Consulta dei Giovani nella diocesi di Faenza - Modigliana | Diocesi di Faenza - Modigliana

Una consulta di giovani per il Sinodo. Lo ha stabilito il vescovo Mario Toso di Faenza-Modigliana, che ha tenuto la prima riunione con i giovani della consulta lo scorso 12 febbraio. L’obiettivo? Diventare “comunicatori della fede”.

La Consulta è stata stabilita per la preparazione e la celebrazione del Sinodo dei Giovani, di cui di recente è stato presento l’Instrumentum Laboris. “Siete stati costituiti in Consulta – ha sottolineato il vescovo Toso, aprendo i lavori – per iniziare a vivere un progetto entusiasmante, in particolare per preparare il Sinodo dei giovani. Iniziate un cammino per essere Chiesa giovane che diventa più capace di incontrare e comunicare con i giovani, per aiutarli a realizzare pienamente la loro gioia in Gesù”.

Quattro le precondizioni indicate in vista del Sinodo 2018: rinnovare e rivivere il proprio incontro con Gesù; essere in dialogo e amicizia con i propri compagni, anche con i non credenti; vivere il cammino sinodale pregando e comprendendo la propria identità; entrare nel percorso della Chiesa per essere e comunicare gioiasamente Gesù

Il vescovo Toso ha poi chiesto di vivere e celebrare il Sinodo per per prendere coscienza di essere e di costruirsi come popolo missionario che annuncia Gesù Cristo, il suo Vangelo a tutti.

“Occorre quindi – ha detto ai giovani - diventare protagonisti nel rinnovamento e nella costruzione della comunità ecclesiale, scegliendo gradualmente il proprio ministero, assumendo responsabilità nella catechesi, nell’esercizio della carità, nella amministrazione dei beni ecclesiastici, nella pastorale”.

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Il vescovo ha concluso: “Sarà quindi necessario essere gradualmente abili ed efficaci comunicatori della fede ai giovani, a partire da una vita che è luce e che irradia Cristo”. Ma “non basta essere provetti comunicatori”, ma anche “esperti della vita cristiana ossia persone nelle quali la fede si traduce in vita”.