"Noi tutti, credenti e non, mai come in questo momento siamo chiamati ad essere uomini di Speranza e vedere al di là delle fitte tenebre che si sono impadronite della nostra vita la Luce di un Dio che non muore, ma che ci invita a guardare la Vita, la Vittoria certa, fatta di lotta e di impegno comune". Questo è il messaggio dell’Ispettore dei Cappellani delle carceri d’Italia, don Raffaele Grimaldi, rivolto ai cappellani, ai direttori, alla polizia penitenziaria, all’area educativa ai volontari, al personale, alle famiglie e a quanti vi operano in tutta la realtà carceraria.

Da sempre il mondo delle carceri è caro a Papa Francesco tanto che l'ultima Via Crucis è stata interamente dedicata ai detenuti. Il messaggio dell'Ispettore, rivolto a tutta la realtà del carcere è un invito  pastorale  di  incoraggiamento e di speranza  soprattutto in questo tempo in cui le criticità dovute all'emergenza sanitaria e alle conseguenti misure restrittive, richiedono  maggiore osservazione  e vigilanza da parte di tutti.

"Il Cristo risorto non cerchiamolo però lontano da noi, Lui è più che mai presente. Lui continu la sua passione con tutti gli ammalati che in questi mesi affollano i nostri ospedali. Lui continua a rialzarci e a fasciare il nostro dolore, attraverso i tanti medici e operatori sanitari che con grande abnegazione stanno donando anche la loro vita. Lui continua ad incontrare gli ultimi, i poveri, gli emarginati, attraverso gli uomini e donne di buona volontà che, in questo tempo, con le loro mani offrono solidarietà e attenzione", dice Don Grimaldi.

"In questi giorni ognuno di noi si interroga: quando finirà questa sofferenza, questa guerra mondiale, causata da un nemico invisibile? Cosa possiamo fare in questo tempo di smarrimento, noi che crediamo in un futuro migliore?", conclude così il suo messaggio l'ispettore dei cappellani.