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Dopo Abu Dhabi, anche a Berlino si costruisce un centro interreligioso

Al posto di una delle chiese demolite dal governo comunista della DDR, sarà costruita la “Casa di Uno”, che metterà insieme cristiani, ebrei e musulmani

Casa di Uno | Il plastico del progetto della Casa di Uno | Il plastico del progetto della "Casa di Uno" di Berlino | Wikimedia Commons

Il prossimo 27 maggio, a Berlino Est, sarà posta la prima pietra di un edificio chiamato “La Casa di Uno”, un luogo di preghiera che accolga Cristiani, Ebrei e Musulmani e che in Germania stanno già chiamando, in maniera un po’ ironica, “Chiesmoscagoga”.

Il progetto è stato in realtà pianificato per oltre dieci anni, e l’edificio andrà a prendere il posto di una delle chiese demolite dalla DDR durante il periodo sovietico di Berlino Est, in quella che è rimasta, nonostante la riunificazione, una zona di Berlino fortemente colpita dal periodo sovietico tanto che resta quella meno credente della città. Costerà 47 milioni di euro, e avrà il compito di simboleggiare una nuova avventura di dialogo tra le fedi.

Un progetto diverso da quello dell’Abrahamic Center di Abu Dhabi, pensato dopo la Dichiarazione sulla Fraternità Umana firmata da Papa Francesco e dal Grande Imam di al Azhar nella capitale degli Emirati Arabi Uniti. Un progetto anche diverso da quello annunciato dal presidente Salih in Iraq, appena dopo l’incontro interreligioso di Papa Francesco nella Piana di Ur con i rappresentanti di tutte le religioni. Ma è un progetto comunque simile, che si inserisce in quello spirito di unità fra le religioni che viene molto promosso oggi.

L’edificio di Berlino è stato progettato dall’architetto Kuehn Malvezzi, e incorporerà in un unico edificio una chiesa, un moschea e una sinagoga collegati a uno spazio di incontro centrale. Ci sarà anche un centro conferenze, dove tenere dialoghi interreligiosi, anche con fedeli di diverse denominazione e persino non credenti.

Roland Stolte, un teologo cristiano che ha aiutato nel primo sviluppo del progetto, ha spiegato che inizialmente “si voleva costruire una casa di preghiera e di insegnamento, dove queste tre religioni potessero coesistere mantenendo ciascuna la loro identità”.

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Il rabbino Andreas Nachama ha aggiunto che “ci sono molte vie differenti verso Dio, e ognuna è buona”. Nella “Casa di Uno”, cristiani, musulmani ed ebrei avranno luoghi di culto separati, ma si potranno far visita nelle festività religiose, nelle commemorazioni e nelle celebrazioni, in quella che il rabbino ha definito “più che un simbolo, l’inizio di una nuova era, in cui non ci sarà odio tra noi”.

Il luogo di costruzione dell’edificio sarà il vecchio sito della chiesa di San Pietro in Petriplatz. Danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, la chiesa è stata demolita nel 1964 dalle autorità della DDR. Quando, più di dieci anni fa, si andarono a scoprire le fondamenta della chiesa, si prese in considerazione di fare un memoriale o una nuova chiesa sul sito. Alla fine, si è deciso di creare invece un nuovo tipo di edificio.