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Egidio Bandini racconta l’attualità di Giovannino Guareschi

"La storia non la fanno gli uomini: gli uomini subiscono la storia come subiscono la geografia”: così Giovanni Guareschi raccontava il ‘Mondo piccolo’.

Egidio Bandini, presidente dell’associazione dedicata a Giovanni Guareschi, dopo un incontro con alcuni sacerdoti sulle orme dello scrittore |  | Meeting di Rimini sito Egidio Bandini, presidente dell’associazione dedicata a Giovanni Guareschi, dopo un incontro con alcuni sacerdoti sulle orme dello scrittore | | Meeting di Rimini sito

“L’ambiente è un pezzo della pianura padana: e qui bisogna precisare che, per me, il Po comincia a Piacenza. Il fatto che da Piacenza in su sia sempre lo stesso fiume, non significa niente: anche la Via Emilia, da Piacenza a Milano, è sempre la stessa strada; però la Via Emilia è quella che va da Piacenza a Rimini. Non si può fare un paragone tra un fiume e una strada perché le strade appartengono alla storia e i fiumi alla geografia. E con questo? La storia non la fanno gli uomini: gli
uomini subiscono la storia come subiscono la geografia”: così Giovanni Guareschi raccontava il ‘Mondo piccolo’.

Ed anche quest’anno il Meeting dell’Amicizia tra i popoli a Rimini ha dedicato spazio allo scrittore emiliano ha dedicato un incontro ed una mostra sul percorso della via Emilia, ‘Route77’. Al giornalista Egidio Bandini, presidente del ‘Gruppo Amici di Giovannino Guareschi’, abbiamo chiesto di illustrarci l’Italia raccontata da Giovannino Guareschi:
“L’Italia di Guareschi era l’Italia povera del dopoguerra, che ancora aveva di fronte le macerie di un conflitto mondiale e che contava i morti in guerra: in quella del 1940/1945 e cominciava a contare quelli della guerra civile, dal 25 aprile 1945 in poi. Un’Italia alle prese con la povertà, le
disuguaglianze, la lotta fratricida e il contrasto, spesso addirittura violento, fra la Chiesa e il Partito Comunista, contro i cui membri e simpatizzanti era stata fulminata la scomunica. Giovannino
Guareschi raccontava di quell’Italia, da cronista disincantato, ma anche da umorista che, proprio con i personaggi del ‘Mondo piccolo’ riusciva a stemperare le lotte, le tensioni, l’odio che agitava molti, troppi italiani ancora lacerati dalla caduta del fascismo e dalle violenze perpetrate con la
scusa della resistenza. Guareschi raccontò il passato dell’Italia monarchica e vittoriosa contro l’invasore austroungarico, il presente di quella che chiamava ‘Italia provvisoria’ e il futuro dell’Italia repubblicana e democratica. Come disse Montanelli, non si può parlare della seconda
metà del ‘900 in Italia senza parlare di Guareschi”.

Partendo da una frase di don Luigi Giussani il meeting affronta le speranze dell’uomo: Guareschi quale passione aveva per l’uomo?

“Giovannino Guareschi aveva una grandissima passione per l’uomo: l’uomo era al centro del suo pensiero, appunto perché protagonista del Creato ed essere fatto a immagine e somiglianza di Dio.
Le accuse che Guareschi muoveva ai totalitarismi, alla violenza perpetrata in nome di un’ideologia non prevedevano accuse per gli uomini. L’uomo rispondeva del proprio operato alla coscienza, cioè alla leggi divine e, scriveva Giovannino, ‘Chi è in regola con le leggi di Dio è in regola anche con le leggi dell’uomo’. In tutti i personaggi di Guareschi e delle sue favole, si nota questa sua ‘passione per l’uomo’: nelle descrizioni del carattere, della personalità, dei modi di affrontare le situazioni più
diverse e, infine, anche nelle descrizioni fisiche. Quale fosse la passione di Giovannino per l’uomo lo possiamo dedurre molto facilmente dalle parole, dai sorrisi e dalle lacrime del Cristo di don Camillo”.

In quale modo Guareschi descriveva ‘il mondo piccolo’?

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“Il ‘Mondo piccolo’ di Guareschi non si limita solo al paese di Peppone e don Camillo, è il modello universale di società che Giovannino immaginava e voleva, partendo dalle realtà più piccole, proprio come i paesi di quella ‘Bassa’ che ha rappresentato tutto il mondo. Tradotti in ogni lingua,
compreso l’eschimese, letti da decine di milioni di persone in tutti e cinque i continenti, i racconti di ‘Mondo piccolo’ parlano direttamente al cuore: ognuno di noi ci si riconosce, ritrova il propri ‘Mondo piccolo’ e i suoi e nostri personaggi, perché il paese è questo, l’atmosfera è questa, i
personaggi sono questi e qui (diceva Guareschi) succedono cose che non succedono da nessun’altra parte. Cose tanto straordinarie da essere più vere del vero”. E c’è pure una mostra ‘Route 77. Tre anni dopo".

In bicicletta con Giovannino Guareschi sulla via Emilia bis’, che racconta il personalissimo ‘Giro d’Italia’ che Guareschi fece in bicicletta, limitato al Nord e praticamente effettuato tutto lungo la Via Emilia e il Po: oggi quale racconto i sacerdoti offrono oggi ai giovani? 

“I sacerdoti che ci accompagnano in questo viaggio ideale lungo la nostra ‘Route 77’, la Via Emilia, raccontano ognuno del proprio Cristo: quel Cristo che hanno incontrato e ha cambiato le loro vite. Don Daniel Cadrenas, missionario degli ‘Identes’, che al monastero di Santa Maria degli Angeli di Busseto ospita gruppi di giovani e giovanissimi, da tutta Italia; don Giancarlo Plessi, presidente del Centro ‘Manfredini’ di Piacenza, che ospita e accudisce adulti psichicamente disabili; don Luigi Valentini, che a Marore di Parma ha creato dal nulla la ‘Comunità Betania’ che assiste tossicodipendenti, carcerati, immigrati e malati di Aids ed oggi accoglie i profughi ucraini; don Daniele Benecchi, cappellano militare regionale della Guardia di Finanza, con alle spalle una storia di vicinanza alle forze armate, nel nome di Gesù e, infine, don Pierre Laurent Cabantous, parroco del Duomo di Cervia, autore di un volume che riporta i suoi dialoghi con Gesù: il suo Crist dell’altar maggiore. Storie vere, che ai giovani possono far capire che, anche dopo tanti anni, 70 addirittura dall’uscita del primo film della serie ‘Don Camillo’, il messaggio di Cristo non è cambiato e il cuore dell’uomo ha bisogno, oggi più che mai, di ritrovare la fede”.