La misericordia come “azione della Chiesa”, “non solo annuncio, ma vita concreta” non è solo il tratto del Pontificato di Papa Francesco, il suo “contenuto”, ma soprattutto è il disegno per l’Anno Santo. “Fin dall'inizio, la sua prima omelia in Sant'Anna, il suo primo discorso dalle finestre del Palazzo Apostolico, il Santo Padre ha parlato della misericordia” e ne ha collegato le “attese e la missione della Chiesa di oggi”.

Mons. Rino Fisichella, Presidente del Consiglio della Promozione della Nuova Evangelizzazione è il braccio operativo del prossimo Giubileo. Il Papa gli ha affidato l’organizzazione dell’Anno della misericordia, perché è “uno step dell’evangelizzazione”: “il Santo Padre ama l'evangelizzazione – spiega in un’intervista alla televisione americana EWTN -. Il suo pontificato è indirizzato a spingere le persone, i credenti e tutta la Chiesa a scoprire di nuovo l'importanza dell'evangelizzazione”.

Tutto si può capire già leggendo la Bolla di indizione del Giubileo, sicuramente una “linea guida”, ma anche “un documento in cui è possibile percepire l’intento di Papa Francesco” e “la riflessione fatta dal Santo Padre, che dev’essere fatta propria da tutta la Chiesa”.

Il Giubileo sarà utile in quanto produrrà “un cambio di mentalità”. L’esempio di questo cambiamento epocale, il Concilio Vaticano II, è menzionato nella bolla: ha avuto il merito “di parlare di Dio in una nuova lingua e probabilmente la misericordia è l’essenziale del vangelo. Per questa stagione dobbiamo essere capaci di trovare nuovi linguaggi, nuove facce, nuove forme per esprimere l’essenziale del Vangelo”.

Per esempio i missionari che il Santo Padre invierà in tutte le diocesi, spiega ancora Fisichella, “dovrebbero essere anche un segno di misericordia, dovrebbero essere in grado di accogliere le persone, ascoltarle, di dare un segno concreto che Dio è vicino a noi”.

Questo messaggio di Papa Francesco, d’altronde, seppur con una veste diversa, è in continuità con i pontificati precedenti: “Dives in misericordia” di Giovanni Paolo II, “rimane per la storia della Chiesa come un'enciclica nella quale, in un momento speciale, abbiamo avuto l’occasione di riflettere sulla misericordia”; oltre, ovviamente, alla “Festa della Misericordia”, “dono” dello stesso Pontefice.

Ma anche Benedetto XVI, attraverso la “Deus Caritas Est”, ha testimoniato che “il centro, il cuore del suo pontificato è stato messo alla luce dell’amore”; “l’amore e la misericordia sono essenziali per la Chiesa. L'amore è misericordia”.