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Fra' Diego Oddi, Vallinfreda accoglie le reliquie del sua beato

Tre anniversari in un solo anno a 20 anni dalla beatificazione

La statua del beato Fra' Diego a Vallinfreda  |  | Alberto Carosa
La statua del beato Fra' Diego a Vallinfreda | | Alberto Carosa
La presidente dell’associazione Amici di fra’ Diego, Giovanna Oddi |  | Alberto Carosa
La presidente dell’associazione Amici di fra’ Diego, Giovanna Oddi | | Alberto Carosa

Non accade spesso che di un beato si celebrino tre anniversari nello stesso anno: invece è questo il caso del beato fra’ Diego Oddi da Vallinfreda, ridente borgo che si affaccia sulla piana del Cavaliere, porta d’ingresso della Marsica, e quindi d’Abruzzo, per quanti percorrono la vecchia Tiburtina Valeria o la più recente autostrada A-24 Roma-L’Aquila.

Infatti dal 4 al 18 agosto la cittadina di Vallinfreda ospiterà le Sacre Reliquie del beato, onorandone la memoria con una fitta serie di festeggiamenti in coincidenza con i 180 anni dalla nascita (6 giugno 1839), i 100 anni dalla morte (3 giugno 1919) e i 20 anni dalla beatificazione, proclamata solennemente il 3 ottobre 1999 da Giovanni Paolo II in piazza San Pietro.

Come detto, Giuseppe Oddi nacque a Vallinfreda (provincia di Roma) il 6 giugno 1839 e trascorse l’infanzia e la giovinezza tra il lavoro dei campi, la vita in casa e il tempo dedicato al catechismo e alle funzioni religiose. La sua vocazione venne maturando mentre accompagnava per la questua i frati che giungevano a Vallinfreda dal sacro ritiro di san Francesco a Bellegra, cittadina che si trova su uno dei percorsi  che anticamente collegavano Roma a Subiaco e da cui non è molto distante. Qui infatti spesso faceva tappa san Francesco durante le sue visite ai benedettini di Subiaco, mentre era a Roma per l’approvazione della Regola del suo ordine.

Il Santo restò colpito dalla cornice suggestiva nella quale era immerso il luogo, incastonato nel verde dei castagni e dei faggi della natura dei monti Simbruini e nel 1223 ebbe la possibilità di stabilirvisi con i suoi frati. Ma san Francesco non lasciò in dono solo il convento, ma ancora più importante lo spirito che avrebbe informato la vita religiosa dei suoi frati nei secoli a venire e quindi per l’eternità: sono quattro i diversi gradi di santità (servo di Dio, venerabile, beato e santo) e si calcola che su questa lista siano quasi cento i religiosi che sono passati per il ritiro-convento francescano di Bellegra, tanto da essere ormai popolarmente noto come una “fucina di santi”.

A cominciare da san Tommaso da Cori a san Teofilo, dai Venerabili Filippo da Velletri, Franceschino da Ghisoni e Samuele Farnese ai beati Mariano da Roccacasale e per finire appunto al nostro beato Diego Oddi da Vallinfreda, che a 32 anni, su consiglio del beato Mariano da Roccasale, entrò nell’eremo di Bellegra vestendo l’abito francescano: il 6 maggio 1889 professò la Regola di San Francesco ed emise i voti solenni il 16 giugno 1889.

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Da allora, sin quasi alla fine del 1917, esercitò ininterrottamente la questua che l’ha reso famoso ovunque, testimoniando la sua fede con il buon esempio, la penitenza e la preghiera e prestando opera di concordia e pace tra le famiglie (e sappiamo qual è il tasso di litigiosità degli italiani), di conforto e consolazione per i malati, di speranza e ottimismo per i bisognosi. Morì cantando le lodi di Maria il 3 giugno 1919, all’età di ottant’anni e fu beatificato da Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1999.

Lungi dall’affievolirsi, la fama di santità che l’accompagnò nella vita terrena si è andata sempre più consolidando dopo la morte e la sua tomba nella chiesa del ritiro di Bellegra è meta frequenta di pellegrinaggi, così come sarà anche la sua casa natale a Vallinfreda, che verrà inserita in un “percorso di santità locale” per iniziativa della Diocesi di Tivoli.

I festeggiamenti sono cominciati il 4 agosto con il trasferimento delle reliquie del beato dal convento di Bellegra a Vallinfreda, dove sono state accolte in tarda mattinata dal popolo in processione alla presenza delle autorità civili e religiose, con messa solenne a seguire celebrata dal ministro provinciale, padre Luigi Recchia o.f.m. nella chiesa parrocchiale di san Michele Arcangelo. Un corteo con fiaccolata ha poi accompagnato il “ritorno” dell’urna con le spoglie mortali del Beato nella sua casa natale.

Per consentire al maggior numero possibile di fedeli di venerare le reliquie di fra’ Diego, è prevista la loro esposizione anche nelle chiese di alcuni dei centri vicini che facevano parte dell’itinerario che il Beato percorreva in vita per la sua questua: Vivaro Romano, Riofreddo, Arsoli e Agosta. Ma il momento centrale della parte religiosa dei festeggiamenti è stato l' 11 agosto con la messa solenne celebrata da S.E. Mons. Mauro Parmeggiani, Vescovo della Diocesi di Tivoli e Palestrina.

Non mancano momenti meno religiosi, come conferenze, concerti, mostre, spettacoli teatrali, incontri con i giovani e le famigli, proiezione di un film sul Beato ed anche una raccolta alimentare per i meno fortunati. A questo proposito l'Associazione "Amici di fra Diego", principale promotore di queste due settimane di eventi, ha offerto vari momenti conviviali per far conoscere agli ospiti alcune tra le più gustose prelibatezze della gastronomia locale.

“Ora non ci resta che attendere il miracolo per la sua proclamazione a Santo”, rivela la presidente dell’Associazione, Giovanna Oddi, il cui trisavolo era fratello del padre del Beato. “Promuovendo la sua conoscenza, speriamo anche di affrettare i tempi della canonizzazione e comunque è sempre un’opera di bene favorire la diffusione di un modello di vita virtuosa, che è inoltre un potente intercessore in cielo per chi è ancora pellegrino sulla terra”.

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