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Gesù e i Farisei, tre giorni per uscire dai luoghi comuni anti semiti

Una delle aule del Pontificio Istituto Biblico |  | PIB Una delle aule del Pontificio Istituto Biblico | | PIB

Tre giornate per discutere e celebrare. Il Pontificio Istituto Biblico compie 110 anni e uno degli eventi è quello che si conclude oggi con la udienza da Papa Francesco.

Gesù e i Farisei. Un riesame interdisciplinare” ha riunito esperti delle varie fonti relative ai farisei, della storia della loro ricezione e degli stereotipi che essa ha prodotto.

Una prima parte è stata dedicata ai Farisei “storici”, e la seconda parte del convegno si occupa dell’interpretazione dei Farisei e i suoi effetti a partire dalla letteratura patristica fino alle rappresentazioni teatrali della Passione, ai film, ai libri di testo religiosi, e alla omiletica. Si cercheremo nuovi modi di rappresentare, in futuro, i Farisei in maniera meno inadeguata.

Il convegno è stato preparato con dal Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici della Gregoriana, dall’American Jewish Committee (AJC), la Conferenza Episcopale Italiana, e Verbum.

Padre Michael Kolarcik, S.J., Rettore del Pontificio Istituto Biblico ricorda che quest’anno, il 7 maggio 2019, il Pontificio Istituto Biblico ha celebrato il 110mo anniversario dalla sua fondazione da parte di Papa Pio X nel 1909. Il Papa desiderava avere in Roma una propria scuola di ricerca e studi superiori dedicati alla Sacra Scrittura... la Bibbia. Il convegno internazionale “Gesù e i Farisei” è una delle maniere in cui celebreremo il nostro 110mo anniversario. “L’argomento - spiega- è molto appropriato. Nel corso degli anni, l’Istituto Biblico ha collaborato con studiosi protestanti ed ebrei, forgiando relazioni fruttuose e continue con altri centri di studio: l’Università Ebraica di Gerusalemme ne è un esempio. Il tema della relazione tra Gesù e i Farisei è un altro modo per descrivere la relazione tra i cristiani e gli ebrei attraverso due millenni”.

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Amy-Jill Levine della Vanderbilt University, di Nashville ricorda che la conferenza internazionale “è frutto dei passi in avanti compiuti sia in campo accademico, sia nelle relazioni ebraico-cristiane.  Per i cristiani, il modo in cui i Farisei sono stati ritratti nel Nuovo Testamento, sia in positivo che in negativo, ha implicato conseguenze non solo sugli insegnamenti e sulla predicazione, ma anche sui loro rapporti con gli ebrei. Questa conferenza affronta temi importanti della storia, che partono dall’antichità, attraversano il Medio Evo fino ad arrivare al presente; contribuisce anche ad attenuare le urgenti questioni di antisemitismo, luoghi comuni e “dire falsa testimonianza” contro l’altro”.

Etienne Vetö, ccn, il Direttore del Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici ricorda la influenza del cardinale Bea sulle  relazioni ebraico-cristiane durante il Concilio Vaticano II: fu il principale artefice del documento Nostra Aetate, di cui il famoso paragrafo 4 avrebbe cambiato il corso della storia religiosa. Nel 50mo anniversario della sua morte, il nostro Centro è orgoglioso di collaborare a questo importante convegno internazionale, il quale testimonia la nuova comprensione che la Chiesa cattolica ha del Giudaismo e la misura in cui ebrei e cristiani possono studiare insieme la propria storia comune.”