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GMG 2019, i vescovi di Panama: “Saremo ponte del mondo e cuore dell’universo”

Vescovi di Panama a Cracovia | Vescovi panamensi. Da sinistra: arcivescovo Ulloa, Cardinale Lacunza, arcivescovo Ochogovia | Kate Veik / ACI Group Vescovi di Panama a Cracovia | Vescovi panamensi. Da sinistra: arcivescovo Ulloa, Cardinale Lacunza, arcivescovo Ochogovia | Kate Veik / ACI Group

La prima riunione in Vaticano sarà il prossimo 3 agosto, ma i vescovi di Panama sono già certi di una cosa. Sarà “una Giornata Mondiale della Gioventù differente, allegra, calda, a passo di salsa. Lo dice l’arcivescovo Domingo Ulloa di Panamà, chiamato con la sua arcidiocesi ad aprire le braccia ad un numero di pellegrini che potrebbe arrivare ad essere un quarto della popolazione della nazione, che è di 4 milioni di persone. Ma il Cardinal José Lacunza non ha dubbi: “Come fu in grado di allargare il canale, Panama saprà allargare le sue braccia per l’accoglienza”.

I vescovi di Panama parlano in un briefing con pochi giornalisti al termine della Giornata Conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia. Sono venuti ad accompagnare circa 1300 giovani, alcuni arrivati nei gruppi organizzati, altri nelle delegazioni particolari.

Sottolinea l’arcivescovo Ulloa: “Abbiamo voluto questa Gmg perché siamo convinti che è un evento in cui i giovani hanno la grande opportunità di incontrarsi con Dio e con loro stessi. E questo è importante specialmente nella Regione Centroamericana, dove la grande maggioranza dei giovani vive l’esclusione per la povertà, e in una realtà così difficile siamo vittime delle migrazioni, della tratta delle persone, del traffico di droghe”.

Ecco allora che la Giornata Mondiale della Gioventù si trasforma “in un balsamo, uno stimolo per incontrare questo cammino cristiano”.

Eppure, ci sono tanti motivi per scegliere Panama, spiega ancora l’arcivescovo Ulloa. Il primo è che Panama è stata la prima diocesi del Centro America, fondata addirittura nel 1503. Poi, perché è un Paese di passaggio, e nell’istmo sono passati anche migliaia di missionari.

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Un canale di comunicazione ideale. E però si presentano già delle obiezioni organizzative. Le affronta il Cardinal Lacunza. “Panama – dice - è un piccolo paese, in territorio e popolazione: 800 mila chilometri quadrati e 4 milioni di abitanti. Normale che in molti si chiedano se Panama sarà capace di accogliere una GMG?”

La risposta per lui è nella storia. “Molti si facevano la stessa domanda quando abbiamo firmato il contratto per il canale Panama: saremmo stati capaci di amministrare il canale? Ma noi siamo stati capaci non solo di amministrarlo, ma di ampliare il canale”.

Il Cardinal Lacunza sottolinea: “Siamo ponte del mondo e cuore dell’universo per la gioventù del mondo”.

L’obiettivo è quello di “rivitalizzare la gioventù, in Panama e in America Latina. Speriamo che la gioventù sia cosciente da dove viene e che sia capace di guardare avanti, per costruire un futuro migliore per loro stessi e per tutti”.

L’arcivescovo Ochogavia di Colon racconta un po’ delle caratteristiche di Panama. “Si tratta – dice – di un popolo di grande fede, che si è costruito con un amore profondo per Gesù e per la Virgen Antigua, la nostra protettrice”.

Nessun problema per l’accoglienza, perché “per il nostro popolo è bello poter offrire ospitalità, vicinanza. Sarà una giornata differente, starà piena di sole, di salsa, di musica, che poi sono le radici del nostro popolo. Un popolo multiculturale dove tutte le nazioni del mondo hanno trovato uno spazio per incontrarsi. Panamà è il posto dell’incontro, è la terra dove nessuno si sente straniero. Questo vogliamo offrire a tutti i giovani del mondo”. In un Paese che “apre le porte, sempre”, e che sta vivendo “un momento incredibile di crescita economica”.

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Insomma, il mondo guarda Panama. Resta da definire il tema della GMG – “ne parleremo la prima volta mercoledì in Vaticano”, dice il Cardinal Lacunza – e il giorno. E considerato che si è nell’altro emisfero, forse si può persino pensare ad una GMG a gennaio o febbraio. Lo lascia intendere il Cardinal Lacunza congedandosi: “Ci vediamo tra tre anni, o forse tra due anni e mezzo”.