Nella festività di san Lorenzo, patrono della città, il vescovo della diocesi di Grosseto, mons. Rodolfo Cetoloni, ricordando la data del suo ingresso in diocesi, ha inviato un messaggio ai giovani distribuito in 10000 copie: “Onorare san Lorenzo come patrono, vuol dire che lui, vivo in Dio e nella nostra fede, suscita in noi vitalità, voglia di dono, impegno di testimonianza, giovinezza”. Il testo ha un titolo eloquente, ‘San Lorenzo il testimone giovane’, e si rivolge ai giovani stimolandoli con alcune domande sul senso religioso della festa: “Cerimonia religiosa? Devozione, nostalgia, folklore? Un po’ di tutto, come in ogni esperienza umana. Ma perché facciamo questo gesto che a Grosseto si rinnova da tempo immemorabile? Che senso ha quella statua di un giovane che portiamo lungo le strade della nostra città? E le sue vesti rosse e quella graticola, quella palma o quel libro che tiene in mano?” Quindi il vescovo descrive la figura del patrono della città: “Lorenzo è un giovane cristiano romano del III secolo. Indossa le vesti di un diacono (servo). Sono rosse per ricordare il colore del martirio. E’ un martire!” Quindi il vescovo nella lettera sottolinea tre parole, invitando i giovani di oggi ad essere fermi negli ideali, giovane, servo, martire cristiano: “Le ha tenute unite un grande cuore che ha amato fino a dare la vita per quello che aveva scelto e gli era prezioso. Altri gli avevano fatto conoscere il Vangelo di Gesù. Nella comunità cristiana aveva accolto la proposta di dedicarsi a chi aveva più bisogno: i poveri, le vedove, i malati. A Roma però non tutti vedevano di buon occhio quel modo di vivere: era tempo di persecuzioni violente contro i cristiani (ma quando non è stato così?!). Si voleva imporre a Lorenzo di abbandonare gli uni (i poveri) e di rinnegare l’altro (Gesù) e la fede in Lui. Lorenzo non ci stette. Gli era diventato… impossibile: quel Signore Gesù, morto e risorto per amore dell’uomo, era la sua vita! Voleva viverla come lui, a costo di spenderla tutta su una promessa che gli parlava di vita eterna, di centuplo!”.

Secondo mons. Cetoloni la scelta del santo come patrono della città “suscita in noi vitalità, voglia di dono, impegno di testimonianza, giovinezza”. E narrando la passione ‘civile’ di san Lorenzo, il vescovo sollecita i giovani a partecipare al Sinodo proposto dal papa alla Chiesa per ascoltare le loro ‘passioni’: “Lorenzo è un esempio, un modo di essere giovane, vivace e partecipe all’interno di una comunità cristiana che, all’epoca, era in grado di lievitare una società contemporanea assai decadente. Ci sono oggi persone come san Lorenzo? Ne conosciamo? Perché tra noi sembra più difficile essere come lui?”. Inoltre nella lettera si sottolinea che i tempi in cui viveva san Lorenzo non erano né migliori né peggiori di quelli odierni; oggi si sente una mancanza di ‘passione’ forte: “Non mi basta pensare che anche al suo tempo le cose non andavano meglio di oggi. Continuo a domandarmi perché ai nostri giorni appare più difficile innamorarsi in maniera forte, piena, appassionata di qualche ideale per buttarcisi dentro, investirci la vita. Perché diminuisce il senso di un servizio fatto bene e, ancor più, di quello volontario, gratuito? Perché, col bisogno che c’è di bene, di giustizia, di amore non ci si fa prendere il cuore e non si fa nascere dall’amore gratuito qualcosa di nuovo, di vero? Cosa può farci reagire? Qualcosa può migliorare?” Ecco il senso della festa, che ‘nasce da cose vere’, come occasione di una riflessione sulla vita personale e sociale: “Anche vedendo e ammirando quanto impegno le persone mettono nella loro vita familiare, professionale, sociale, civile e, per noi credenti, anche in quella ecclesiale. Perché anche il normale quotidiano è luogo di testimonianza e quindi di festa nel cuore. Certo vediamo tante cose che scandalizzano, affaticano, preoccupano… ma la Festa di San Lorenzo ci deve aiutare anche a non far affievolire il senso di festa guardando al bene che c’è in ognuno e che può crescere: nelle realtà associative, nelle strutture, nelle istituzioni, nei luoghi in cui le persone si mettono insieme per costruire!” Infatti intorno alla festa mons. Cetoloni ha notato alcuni ‘segni’ di collaborazione cittadina, che ha vista la nascita di alcune iniziative di carattere diocesano come ‘La raccolta di san Lorenzo’, a favore della bottega della solidarietà della Caritas diocesana, che ha permesso di raccogliere kg. 8252 di prodotti alimentari; e ‘Una luce per Aleppo’, a sostegno dei cristiani in Siria, iniziativa che permette di ‘vedere le sofferenze e andare incontro alle difficoltà di altri nostri fratelli cristiani che vivono in terre martoriate’. Con questa visione mons. Cetoloni ha invitato i giovani a lasciarsi contagiare dal martire per vivere una vita piena di ‘festa’: “Lo spirito di san Lorenzo possa anche quest’anno essere contagioso: lasciamo che il cuore, gli incontri, le riunioni, le discussioni, le decisioni, i progetti abbiano più fiducia nello stile del nostro Patrono. E’ patrono, cioè è amico, ispiratore, modello e testimone di uno stile cristiano di vivere la vita con pienezza. Comunica idee nuove, giovinezza, entusiasmo, dedizione. Conferma il valore dell’impegno e del sacrificio personale e comunitario per il bene di tutti. Offre segni convincenti ad attrarre e coinvolgere altri al bene nella realtà problematica, ma allo stesso tempo, ricca di tanti elementi positivi, fecondi, edificanti”.