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Il beato don Giacomo Alberione raccontato in un museo a Roma

Uno degli apostoli contemporanei della comunicazione nella Chiesa

Alcune immagini del Museo di Don Alberione  |  | AT
Alcune immagini del Museo di Don Alberione | | AT
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Non è solo un museo, ma qualcosa di più: un viaggio nella grande personalità e santità del beato Giacomo Alberione, del quale oggi ricorre l’anniversario della scomparsa, avvenuta a Roma il 26 novembre del 1971, giorno in cui viene celebrata dal 2003, anno della beatificazione sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, la sua memoria liturgica. Le ultime ore del fondatore della Famiglia Paolina, sono state scandite da un orologio che è ancora lì, appeso al muro della camera da letto: l’orologio, silenzioso testimone del divino incontro tra il religioso paolino e Dio-Padre; testimone dell’ultimo incontro terreno con Papa Paolo VI che, appena saputo dell’aggravamento delle sue condizioni di salute, si era precipitato al capezzale per stare accanto al suo amico con il quale aveva un rapporto davvero speciale, unico.

Il museo dedicato a don Giacomo Alberione si trova a Roma, al secondo piano dell’edificio della Curia generalizia della Società San Paolo. Per accedervi si percorre lo stesso corridoio che proprio Paolo VI aveva percorso, di fretta, quel giorno: una volta superato, si è immersi dentro ricordi, oggetti, testimonianze del beato Alberione. In questo piano del palazzo, tutto sembra essere fermo a quel 26 novembre. Le due stanze nelle quali abitava il pioniere dell’informazione cattolica, rappresentano il cuore del museo: il suo ufficio, con il piccolo altare posto di fronte alla scrivania; sopra questa, un mappamondo, oggetto importante per un sacerdote che aveva contatti con tutto il globo terrestre; in questo luogo, don Alberione celebrava, puntuale, ogni giorno la Santa Messa, alle quattro del mattino. Accanto a questa stanza, la piccola camera da letto: anche qui, vi è un’altra scrivania, in legno scuro, colma di libri; sul piano troviamo anche alcuni oggetti appartenuti ad Alberione: fra tutti, risalta un piccolo teschio a ricordare che la vita è fuggevole; e poi, vi è un crocifisso, di fattura semplice, che ricorda il Maestro a cui affidare tutta l’opera missionaria; è appoggiato, sul piano della scrivania, anche L’Osservatore Romano che reca la data del 25 novembre, il giorno prima della morte. Colpisce, in ultimo, in questa stanza, la presenza di due armadi con tanti cassetti su cui vi sono scritte le località - anche le più lontane come l’Australia o il Brasile, ad esempio - dalle quali arrivavano giornalmente decine di lettere; provenivano da tutto il mondo, testimonianza dell’apostolato senza confini che era riuscito a costruire in tutta la sua vita missionaria. 

Oltre a queste due camere che offrono al visitatore uno spaccato della vita quotidiana di Alberione, sono allestite altre quattro stanze che evidenziano quattro grandi temi della sua figura: è la parte espositiva del museo; sono le stanze che conservano oggetti, foto, libri, abiti, appartenuti al beato. Entrando, si è catapultati in quello che potrebbe definirsi - in estrema sintesi - “il mondo Alberione”: dall’intima vita di raccoglimento e preghiera a quella ricca di incontri; dalle pagine dei libri della sua formazione sacerdotale e umanistica ai nuovi libri di una società che cambiava, gli strumenti della nuova comunicazione; in questa area espositiva troviamo l’uomo-sacerdote che guarda solo a Dio, e l’uomo in mezzo alla gente: due poli non in contraddizione, bensì speculari, che nell’animo del fondatore della Famiglia Paolina viaggiavano assieme.

Quattro temi, quattro stanze. La prima è dedicata a L’eredità carismatica e apostolica: è il racconto della fondazione delle diverse famiglie paoline (se ne contano dieci, tra quelle religiose e laiche); vi sono anche degli oggetti-testimoni del suo amore per gli strumenti di comunicazione (una cinepresa, un microfono, un registratore Geloso per registrare e ascoltare le bobine audio). Un’altra sezione, dal titolo L’uomo di preghiera, invece, è dedicata al sacerdote dalla profonda vita interiore, al ministro di Dio che nell'Eucaristia trova forza per la missione: custodisce i suoi paramenti sacri, patene e calici, una pianeta, e l'immancabile rosario. La sezione dal titolo Gli incontri… i viaggi, riesce a portare il visitatore nelle diverse nazioni in cui Alberione è andato per annunciare il Vangelo, per essere moderno testimone del Messaggio di Cristo. Vi è, poi, la sezione dal titolo Lo studio e la studiosità: è l’uomo Alberione intento all’approfondimento dei temi del passato e del suo presente; è lo studioso attento a ogni luce intellettuale e spirituale che può nascere dalla lettura delle pagine dei testi: primo fra tutti, il Libro per eccellenza, la Bibbia.

Oggetti quotidiani come una tazza da tè oppure il telefono nero che chissà quante conversazioni avrà “ascoltato”; un gran numero di ricordi e tante parole vergate a mano su un biglietto; i suoi inconfondibili occhiali, immortalati in tante fotografie che lo ritraggono; la sua macchina da scrivere: sono oggetti, tutti preziosi, che riescono ad offrire al visitatore una sorta di tableau vivant di questa immensa figura del ’900 cattolico; ma assieme a questi, nel museo, vi è custodito anche altro, quello che potrebbe definirsi “l’oggetto nascosto”, il più importante di tutti: il suo messaggio, sempre vivo e attuale, di grande comunicatore al servizio della Parola, di Dio e dei fratelli. 

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Il museo si trova a Roma, in via Alessandro Severo, 58

Prenotazione per visite museo: telefono 06.597861

Email: museo.alberione@paulus.net