“Papa Francesco ci ha donato la splendida lettera Patris corde su san Giuseppe. Leggendola e meditandola, ho creduto che il Papa pensasse, oltre ai papà di famiglia, in particolare a noi sacerdoti. Ha scritto per noi, perché riscoprissimo il dono, la responsabilità e la gioia della paternità. In una società senza padri, la Chiesa infatti ha bisogno di riscoprire la paternità, che nella lettera è delineata in modo completo, indicando Giuseppe come padre nella tenerezza, nell’obbedienza, nell’accoglienza, padre lavoratore, padre nell’ombra e padre dal coraggio creativo”. Lo scrive il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, in una lettera inviata ai sacerdoti in occasione della Solennità di San Giuseppe.

Secondo il porporato il coraggio creativo deve essere una caratteristica dei sacerdoti. E la pandemia lo ha dimostrato. “Abbiamo avuto – sottolinea il Vicario di Roma - tante testimonianze di pastori capaci di avere il coraggio creativo, tirando fuori risorse che non si pensava neanche di avere. Da un anno a questa parte stiamo affrontando situazioni cui non eravamo preparati; i ritmi e le attività del nostro ministero sono cambiati. Siamo stati chiamati a cambiare gli stili di vita, ma soprattutto a rimettere al centro il Signore ritrovandolo nei piccoli e nei poveri da amare e servire. In qualche modo è stata ferita la nostra paternità, come una potatura necessaria, affinché potessimo purificarla e portare più frutto”.

“Prego per voi, vi sostengo con affetto – conclude il Cardinale De Donatis - e chiedo che questa Quaresima possa essere veramente un’occasione per riscoprire la nostra paternità”.

Infine l’invito a prendere del tempo per il silenzio, la preghiera e la meditazione e di condividerne i frutti insieme agli altri sacerdoti e ai fedeli laici.