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Il cibo e l'invecchiamento nella pastorale sanitaria

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“La Chiesa, a partire dalle sue realtà locali e missionarie, è da sempre in prima linea nella cura della persona e delle persone, mirando alla Salus, cioè al benessere psicofisico e spirituale di ognuno e ovunque.” Lo ha ricordato monignor. Jean-Marie Mupendawatu, Segretario del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, nell'ambito del Convegno Medico-Scientifico "Noi ci saremo... (Invecchiamento e prevenzione delle patologie croniche) che si lega agli eventi dell’ EXPO’ 2015.

Anche per l’invecchiamento la nutrizione ha un ruolo fondamentale e del resto  “Invecchiare è un privilegio e una meta della società. E’ anche una sfida, che ha un impatto su tutti gli aspetti della società del XXI secolo.” Come ricorda l’ OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.  “In Europa- ha ricordato il presule- come in molti altre regioni ricche, una persona su 5 ha più di 60 anni. Questo rapporto scende a 1 su 20 in Africa ma, come in altre aree del pianeta economicamente svantaggiate, il processo di invecchiamento della popolazione è più rapido che nei Paesi cosiddetti 'ricchi' pertanto c’è meno tempo per adottare le misure necessarie a fare fronte alle conseguenze dell’incremento della popolazione anziana, e tra queste l’aumento della frequenza di patologie croniche tipicamente legate all’invecchiamento.”

Resta il dato che “alla base delle principali malattie croniche ci sono fattori di rischio comuni e modificabili, come alimentazione poco sana, consumo di tabacco, abuso di alcol, mancanza di attività fisica.” Inoltre “Il cibo, riguardo al suo rapporto con il benessere/malattia, ha una doppia valenza: può essere fattore di rischio per lo sviluppo di patologie (basti pensare all'obesità ed alle patologie ad essa correlate) ma anche promotore di salute.”

Monsignor Mupendawatu ha concluso ricordato che “già nel 400 AC, Ippocrate, affermò: “il cibo sia la nostra medicina”. Questa asserzione, dettata dall’osservazione e dal buon senso, ha trovato da allora sempre più conferma e la trova ancora nei numerosi studi e nelle osservazioni scientifiche dei nostri tempi.”

 

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