Una festa intima, familiare nel Cortile San Damaso del Palazzo Apostolico. Il Giuramento di 38 nuove guardie svizzere, spostato al 4 ottobre dal 6 maggio a motivo della pandemia, ma tutti gli appuntamenti della solenne giornata sono stati rispettati. A cominciare dalla messa della mattina celebrata a da celebrata dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato.

Il 6 maggio è il giorno in cui all'epoca del sacco di Roma 147 gurdie diedero la vita per il Papa. 

A rappresentare il Pontefice nella cerimonia del giuramento poi nel pomeriggio di ieri è stato monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato. 

“È importante avere amici di cui fidarsi, ma è essenziale avere fiducia nel Signore che non delude mai” ha detto durante la cerimonia il Comandante della Guardia Svizzera, colonnello Christoph Graf, mentre il Cappellano Widmer ha ricordato che “il giuramento non è semplicemente una forte promessa. Il giuramento è un atto di culto”, perché Dio ne è “testimone”.  Al termine della cerimonia, è stata eseguita per la prima volta la “Marcia Christoph Graf” per soli tamburi, scritta da Pietro Giulio Damiani. Lo scorso 2 ottobre il Papa aveva ricevuto le reclute con le famiglie e ieri al termine della preghiera dell’ Angelus il Papa aveva salutato le  nuove guardie chiedendo un applauso per loro a tutti i fedeli in piazza.