Provenivano da luoghi diversi, avevano nomi diversi, alcuni di loro parlavano diverse lingue. Sono rimasti tutti uniti da uno stesso destino, in un’ora tremenda che segnò per sempre non solo la storia di questo Paese, ma il volto dell’umanità".
Oggi, Hiroshima, dopo essere stata proclamata Città della Pace dal Parlamento Giapponese nel 1949, è diventata un centro di conferenze internazionali sulla pace e sulle questioni sociali. Si vuole ricordare il dolore per trasformarlo in testimonianza di pace. "Ho sentito il dovere di venire in questo luogo come pellegrino di pace, per rimanere in preghiera, ricordando le vittime innocenti di tanta violenza, portando nel cuore anche le suppliche e le aspirazioni degli uomini e delle donne del nostro tempo, specialmente dei giovani, che desiderano la pace, lavorano per la pace, si sacrificano per la pace. Sono venuto in questo luogo pieno di memoria e di futuro portando con me il grido dei poveri, che sono sempre le vittime più indifese dell’odio e dei conflitti", proclama il Papa.
"Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune - ecco l'appello del Pontefice- L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale. Saremo giudicati per questo. Le nuove generazioni si alzeranno come giudici della nostra disfatta se abbiamo parlato di pace ma non l’abbiamo realizzata con le nostre azioni tra i popoli della terra. Come possiamo parlare di pace mentre costruiamo nuove e formidabili armi di guerra? Come possiamo parlare di pace mentre giustifichiamo determinate azioni illegittime con discorsi di discriminazione e di odio?".
Per Francesco "la vera pace può essere solo una pace disarmata". "Ricordare, camminare insieme, proteggere. Questi sono tre imperativi morali che, proprio qui a Hiroshima, acquistano un significato ancora più forte e universale e hanno la capacità di aprire un vero cammino di pace. Di conseguenza, non possiamo permettere che le attuali e le nuove generazioni perdano la memoria di quanto accaduto, memoria che è garanzia e stimolo per costruire un futuro più giusto e fraterno; ricordo che si diffonde, per risvegliare le coscienze di tutti gli uomini e le donne, specialmente di coloro che oggi svolgono un ruolo speciale per il destino delle nazioni; memoria viva che aiuti a dire di generazione in generazione: mai più!", conclude il Papa con queste parole che lascio al mondo come pellegrino nel Parco del Memoriale della pace di Hiroshima.
Papa Francesco ora lascia Hiroshima per raggiungere Tokyo. Saranno le ore 22 quando sarà alla Nunziatura Apostolica di Tokyo per riposare, a Roma saranno le 14. Domani lo attende un'altra giornata piena di incontri in Giappone.
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