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Il Patriarca Moraglia: "San Marco ci conduce direttamente a Gesù"

La S. Messa nella solennità del patrono San Marco Evangelista

S. Messa nella solennità del patrono San Marco Evangelista |  | Patriarcato di Venezia S. Messa nella solennità del patrono San Marco Evangelista | | Patriarcato di Venezia

"Oggi oltre ad essere la giornata in cui la Chiesa celebra la festa dell’evangelista Marco, è anche la giornata in cui come cittadini ricordiamo la conclusione della seconda guerra mondiale e l’inizio di una ripartenza non facile e che, finalmente, di nuovo guardava all’uomo e non alle ideologie". Così il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia apre l’omelia della Messa celebrata per la festa patronale di San Marco Evangelista a Venezia, nella Basilica Patriarcale di San Marco.

Quest'anno la festa di San Marco torna ad essere celebrata in presenza, con alcuni fedeli che partecipano alla Santa Messa. "I gondolieri, anche oggi, ripeteranno il tradizionale omaggio del bocolo al santo patrono. Il gesto, quest’anno, assume un significato particolare in quanto dice la sofferenza e la volontà di ripartenza dell’intera città e diventa segno di solidarietà e aiuto", dice il Patriarca.

"Avere come patrono san Marco, per la città di Venezia e per le genti venete, è un onore e una responsabilità. Marco fu, infatti, discepolo ed evangelista – fu lui a inaugurare questo genere letterario - e infine concluse la sua vita col martirio; antiche fonti riferiscono, in circostanze brutali, ad Alessandria d’Egitto; dopo essere stato legato, fu trascinato per la città in un percorso scosceso; alcuni resti sono incastonati, come reliquie, sotto l’altare di questa basilica a lui intitolata. Marco ci conduce direttamente a Gesù, il Signore risorto, non solo in quanto autore del Vangelo che ne porta il nome ma soprattutto perché ha dato la vita per Lui", sottolinea Monsignor Moraglia nell'omelia.

Poi il Patriarca ricorda l'importantissimo ruolo di Marco come evangelista. "Se vogliamo sapere come sono andati gli eventi di Gesù di Nazaret è soprattutto al Vangelo di Marco che dobbiamo principalmente ricorrere, insieme a quello di Giovanni (scritto, peraltro, alla fine del I secolo); questi, seppur in modo differente e in un certo senso, sono i Vangeli dei testimoni oculari, delle persone più vicine a Gesù", commenta Monsignor Moraglia.

"Tutto, nel Vangelo di Marco, ci riconduce sempre a Gesù Cristo da confessare e annunciare: è Lui la buona novella, è Lui l’unico Salvatore, non ce ne sono altri", conclude il Patriarca di Venezia.

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